Riuscirà Del Torchio a salvare Alitalia dal disastro?

18 Aprile 2013 – Marco Giovanniello
p<>. Dopo un mese e mezzo di vuoto ai vertici, Alitalia ha un nuovo Amministratore Delegato, Gabriele Del Torchio che arriva carico di gloria dalla più prestigiosa delle case motociclistiche, la Ducati e ad un curriculum impressionante aggiunge la più umiliata delle linee aeree, alle prese con la lotta per la sopravvivenza. Un tipo tosto, Gabriele il Temerario, mi fa venire in mente V. Rossi, ma non il Valentino Rossi della Ducati, il Vasco Rossi di

Voglio una vita spericolata…

Voglio una vita, la voglio piena di guai!!!

Gli faccio i complimenti per il coraggio con cui mette a repentaglio la propria reputazione in una mission che sulla carta è più impossible di quelle affrontate da Tom Cruise. Il predecessore Andrea Ragnetti è stato licenziato perché un po’ leggerino, arrivato con la fama di mago del marketing non ha cavato un ragnetto dal buco dei conti di Alitalia, ma la colpa non era sua, era di chi aveva licenziato Rocco Sabelli, addebitando i mancati risultati ad una sua presunta carenza nel marketing.

In realtà Sabelli aveva fatto quasi tutto quello che si poteva fare in Alitalia e aveva consigliato ai soci italiani di vendere il prima possibile ad Air France, prima appunto che fosse troppo tardi e i Francesi perdessero la voglia di comprare. Che la clausola di lock-up impedisse la vendita prima di 5 anni è una bufala alimentata da Berlusconi e Alitalia stessa, con l’ unanimità dei soci si sarebbe potuto togliere la clausola e vendere, ma i capitani coraggiosi non si sono mai rassegnati a vendere in perdita e hanno rilanciato con Ragnetti, come ora rilanciano con Del Torchio, dimostrando forse l’ accanimento di un giocatore di roulette sfortunato, ma cocciuto. Ogni puntata, ogni anno, altri soldi persi, tanto che solo con un prestito soci, le banche rifiuterebbero anche un solo euro, si è evitato il dissesto il mese scorso. Ma che cosa succederà quando saranno stati persi anche questi soldi?

Del Torchio è molto bravo, ma Messi vince perché gioca nel Barcellona e Alitalia è una squadra modesta, schiacciata fra l’ incapacità pluri-decennale di costruire una rete di voli intercontinentali e la concorrenza delle low cost che le impediscono di mantenere, senza perdere, una rete di voli di medio raggio che alimenti quella dei voli intercontinentali.

Non è un problema esclusivamente di Alitalia, ma se in Europa i giganti Air France e Lufthansa devono trasformarsi e solo British Airways se la cava, forte della difficoltà degli altri vettori di farle veramente concorrenza nell’ aeroporto di Heathrow in cui faticano a trovare spazi e grazie alla domanda di voli dell’ ancora ricca finanza londinese, Alitalia è probabilmente oltre il punto di non ritorno.

Non credo che con l’ ordinaria amministrazione si possa riportarla in salute, né che ci sia qualcuno disposto ad investire miliardi per renderla emula di Turkish, che dalla nuova Roma, alias Costantinopoli, alias Istanbul e con l’ appoggio di un governo determinato a costruire il più grande aeroporto del mondo, sembra inarrestabile.

Si pensava nel 2008 che i soci italiani stessero facendo un semplice portage e alla scadenza del lock-up avrebbero venduto ad Air France in cambio dei soldi investiti, più gli interessi, ma dal 2008 ad oggi la redditività dei vettori è molto diminuita e c’ è da dubitare che Air France, ora al 25%, voglia farsi carico anche del rimanente 75% di Alitalia e delle relative perdite. Il gioco non vale più la candela e oggi un articolo su La Tribune era abbastanza esplicito, la maggioranza dei consiglieri d’ amministrazione di AF sarebbe contraria alla fusione con Alitalia. Il problema è che Alitalia brucia denaro e, per non chiudere, ha continuo bisogno di trasfusioni. Gabriele Del Torchio potrà forse ridurre le perdite, ma non eliminarle. Forse è stato ingaggiato sperando che trovi un buon compratore come alla Ducati, ma Alitalia non è Ducati, forse si può sperare solo in qualche emiro in cerca di contropartite.

Sperando di essere sorpreso e smentito, gli faccio i miei migliori auguri, sperando che valga sempre

Audentes fortuna iuvat

e che magari capisca anche che Delenda Linate. Non risolverebbe i problemi di Alitalia, ma darebbe una mano.

Da LINKIESTA