Arpa: Malpensa non inquina

Da “La Prealpina” del 23 Marzo 2013
Arpa: Malpensa non inquina Intanto il Cuv si muove su Sea Handling e chiede un incontro a Pisapia MALPENSA

Salute e lavoro. L’eterna dicotomia che regna su Malpensa torna al centro del Cuv (il consorzio delle nove municipalità di’sedime) che ieri si è riunito per affrontare il caso Sea Handling e i risultati del monitoraggio dell’aria compiuto da Arpa. LAVORO – Lo tsunami che sta travolgendo gli handler di Sea e i loro 2.500 posti di lavoro è finalmente arrivato anche sui tavoli politici locali. Sul tema — fanno sapere gli amministratori di Casorate, a cui spetta la presidenza semestrale del Cuv — i sindaci di sedime incontreranno martedì prossimo il presidente di Sea Giuseppe Bonomi e mercoledì una rappresentanza di lavoratori. Dopodiché partirà la richiesta di una riunione urgente con il sindaco di Milano Giuliano Pisapia, proprietario di maggioranza del gesto re aeroportuale. I primi cittadini di Malpensa chiedono al collega meneghino non solo la salvaguardia occupaziona le, ma anche il ritiro del Masterplan. STRAPPO – Per il no allo sviluppo non firmerà, e lo ha di- chiarate, il sommese Guido Colombo. C’è dunque uno strappo nell’unità del Cuv. Colombo dice: «Senza una prospettiva di sviluppo, nessun aeroporto è attrattivo per investimenti a lungo termine delle compagnie. L’effetto è un’ulteriore decrescita dei livelli occupazionali e un ulteriore impoverimento di Malpensa e del suo territorio». AMBIENTE – Ma l’aeroporto inquina? Sono gli aerei la causa di tutti i mali alla salute e di tutti i danni ambientali della brughiera? Ci ha messo un anno e mezzo l’Arpa Lombardia a dare la sua risposta. Al termine di un lungo e dettagliato studio sulle maggiori sostanze inquinanti presenti nell’aria, ha dato il suo responso: «Non sono stati rilevati impatti significativi sulle concentrazioni di microinquinanti direttamente o indirettamente connessi alle emissioni legate alle attività aeroportuali», scrivono i tecnici alla ventisettesima pagina del documento fitto di tabelle e analisi presentato ieri mattina al Cuv. Ma c’è di più: «Sono stati individuati legami con le emissioni da traffico veicolare o da combustione di legna, analogamente a quanto accade in altre parti del territorio regionale». E poi: «Non è emerso al cun comportamento attribuibile alle attività aeroportuali». La sorgente prevalente dei temutissimi Ipa (gli idrocarburi policiclici aromatici) non sono dunque gli aerei, ma «le combustioni di biomassa». In pratica la legna bruciata. Una conclusione dettata da risultati scientifici, ma destinata a fare molto discutere.
Gabriele Ceresa

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