Collegamenti aerei, Milano finisce in coda all’Europa

Il numero di voli da Malpensa è in picchiata e Milano finisce in fondo alla classifica europea dei collegamenti aerei. È quanto risulta dall’«Analisi dell’accessibilità degli aeroporti milanesi», condotta dal centro Certet della Bocconi. Gli esperti coordinati dal professor Giuseppe Siciliano hanno assegnato un voto (in centesimi) ai collegamenti intercontinentali di ogni città, facendo scendere Milano dal 35,1 dell’inverno 2007 al 23,9 del 2008. Per la prima volta ci superano anche città come Istanbul (a quota 37,2) e Madrid (26,3). Peggio di noi fanno solo Vienna (22) ed Helsinki (20,2). Il capoluogo lombardo non solo ha meno di un quarto dei voli di Londra (a quota 100), ma esce definitivamente dal gruppo degli hub di medie dimensioni come Monaco (44,7), Zurigo (38,4) e soprattutto Roma (43).
Colpa soprattutto della riduzione dei collegamenti intercontinentali da Milano che scendono del 5,3% arrivando a 54 in tutto, contro i 140 di Parigi e i 133 di Francoforte. Dei tre principali aeroporti lombardi il più penalizzato è Malpensa, che tra aprile e dicembre 2008 ha registrato un calo del traffico pari al 26,6% al mese. Colpa soprattutto delle scelte di Cai, che ha tagliato l’offerta di posti settimanali del 76% facendoli passare da 146.530 a 35.571. Confortante invece l’incremento del 103% di Lufthansa, che però in totale offre solo 23.934 posti settimanali, e quello delle compagnie low cost come easyJet ed Eurofly. Ed è proprio dal settore dei voli a prezzi scontati che emerge l’unico dato positivo per Milano, che si posiziona terza nella classifica europea dopo Londra e Barcellona, con un incremento costante dal 44,4 del 2006 al 52,5 del 2007, al 54,1 del 2008.
Come evidenzia Siciliano, «è il segno dell’esistenza di una forte domanda latente e del fatto che i collegamenti con Milano per le compagnie sono sempre più convenienti. Ma l’esigenza della Lombardia di attrarre sempre nuove persone non può trovare risposta solo nel low cost, che spesso non riesce a raggiungere le destinazioni più importanti dell’Asia e dell’America». Per l’esperto occorrerebbe infatti «una compagnia collegata con la società aeroportuale in grado di sviluppare terminal dedicati ai collegamenti a lungo raggio e programmi di investimento integrati». Oltre a un ripensamento del sistema complessivo dei trasporti. «L’alta velocità ferroviaria dovrebbe servire direttamente Malpensa – osserva Siciliano -, imitando l’esempio di altre città europee dove è possibile fare un unico biglietto e un solo check-in per il treno e l’aereo».
È solo una delle possibili soluzioni da trovare con urgenza, anche perché il declassamento dell’hub varesino fa perdere in media due settimane di lavoro all’anno a ogni manager lombardo. A calcolarlo è stata la professoressa Anna Gervasoni dell’università Carlo Cattaneo – Liuc, dopo aver intervistato 30 dirigenti. Scoprendo che ciascuno perde tra sette e otto ore al mese, per un totale di 80 in un anno, per l’allungamento dei percorsi aerei e per la minor frequenza dei collegamenti.
da Il Giornale.it