Convegno UIL su Malpensa

da Varese News

Milano andrà avanti con la vendita di quote di Sea, per il bene dei cittadini milanesi. L’ha confermato l’assessore al bilancio Bruno Tabacci: «Come assessore di Milano devo rispondere ai cittadini di Milano. Devo tagliare i servizi ai cittadini agli anziani di Milano per salvare i posti di lavoro di un’altra città? Il bilancio ha le sue esigenze, va approvato entro il 30 giugno». L’assessore al bilancio del Comune di Milano è intervenuto al convegno “C’era una volta Malpensa?” organizzato dalla Uil e Uil Trasporti: il futuro lo vede chiaro, «una operazione ampia e intelligente, un bando internazionale che potrebbe attrarre anche investimenti esteri». La Borsa non è un’alternativa possibile: «Andare in Borsa, in questo momento, è un invito al suicidio, direi perlomeno uno strumento da prendere con le pinze». La leva fiscale nemmeno, perché si usa per finanziare solo la spesa corrente, pena il rischio di «finire alla Baggina, come i nobili milanesi che per mantenere la servitù vendevano tutti gli anni un pezzo di patrimonio».
La quota da cedere è il 50,1%, in questo Tabacci respinge la proposta provocatoria della Uil, che aveva chiesto – a questo punto – di cedere del tutto la società di gestione degli aeroporti milanesi. «Come io rispetto il ruolo del sindacato, voi dovete rispettare il lavoro di un amministratore che deve parlare chiaro ai cittadini».

Nel convegno promosso dal sindacato si è parlato molto anche del rapporto tra Malpensa e Linate, tema ormai caldo dopo che anche esponenti importanti della Regione come Raffaele Cattaneo hanno rotto il tabù di un ridimensionamento dell’aeroporto cittadino di Milano. L’ha riproposto anche la Uil, per bocca di Enore Facchini: «È così stravagante immaginare la dismissione di Linate? L’Europa sta abbandonando i city airport, oggi Malpensa sta a 40 minuti di treno dal centro di Milano. Parliamone».
Anche il presidente di Sea Giuseppe Bonomi – in apertura del suo lungo intervento, incentrato sulla disamina degli scenari a medio-lungo termine e ai nuovi equilibri internazionali – ha parlato di Malpensa e Linate come di due «aeroporti sostituibili tra loro». E la proprietà attuale, il Comune di Milano? Tabacci ha detto che «per rafforzare l’idea Sea, trovate in me un alleato assoluto». e che «se questo passa anche da un’applicazione del Decreto Bersani e un ridimensionamento di Linate, troverete un alleato totale». Da un lato, il rapporto con i cittadini di Milano che vogliono Linate e la necessità di far crescere Sea che «cresce se cresce Malpensa». Tabacci che, in ogni caso, si dice «stretto tra la responsabilità di un’azionista (il Comune) che non rinuncia al suo ruolo e la responsabilità di gestire un’aeroporto che non risponde alle necessità strategiche del Comune di Milano».

«In questi 15 anni – ha affermato l’assessore alle Infrastrutture e Mobilità della Regione Lombardia Raffaele Cattaneo – tutte le volte che è cresciuto Malpensa è cresciuto il sistema aeroportuale, ogni qual volta è accaduto il contrario, cioè è cresciuto lo scalo milanese ed è calato quello varesino, ha provocato un danno in termini di passeggeri e di movimenti aerei per la Lombardia. L’effetto è che attualmente Linate sta cannibalizzando Malpensa. La soluzione – ha spiegato Cattaneo – è rivedere la ripartizione dei voli tra Linate e Malpensa, senza dimenticare che il ruolo di regolazione è di competenza nazionale: proprio ieri il presidente Formigoni ha chiesto al ministro Passera di intervenire in questo senso».

In attesa di capire quale sarà l’iniziativa su Linate, rimane anche l’auspicio, questo sì espresso più o meno da tutti, di una liberalizzazione del trasporto aereo che sappia far decollare Malpensa. Permettendo di agganciare al meglio anche la fenomenale crescita delle compagnie «del middle e far East», come dice Giuseppe Bonomi», per «provare a recitare il ruolo di bridge tra Est e Ovest del mondo»: un ruolo che si basa sui buoni tassi di crescita registrati, con «un +13% verso i Paesi Bric e un +15% verso l’Asia». In questo senso va il nuovo piano industriale di Sea, sempre comunque in attesa di quella «apertura del capitale» ed ingresso «di soggetti privati» che per il Comune di Milano, in ogni caso, è una strada già ben tracciata.

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