Elisir e 700 milioni da investire…

Entusiasma Donizetti allestito al terminal 1 (prima volta mondiale delle lirica in un aeroporto). Squinzi chiede il rilancio, Maroni propone un maxi investimento della Regione.
Chissà se un elisir potrebbe fare innamorare anche Roma, nel senso di Palazzo, del grande aeroporto costruito in mezzo alla brughiera per portare qui il mondo e portare nel mondo i motivi del Pil lombardo. Chissà. Giorgio Squinzi, presidente di Confindustria e imprenditore bergamasco, poco prima di accomodarsi nel parterre delle autorità allestito al piano sopra gli Arrivi del Terminal 1 davanti al corridoio scelto per far capire che anche un’opera lirica può mischiarsi alla gente vivendo fuori dal teatro, per esempio sottolinea con molta serenità un concetto che da anni si cerca di far capire nella capitale: «Quella di Malpensa è una vicenda assurda. Questo dovrebbe esser il primo aeroporto in Italia e nel sud Europa. Invece tutti i giochi a sfondo politico lo penalizzano. E penalizzano anche noi industriali».
Lo sa pure Roberto Maroni che, riuscito ad arrivare soltanto tra un atto e l’altro per godersi il frutto di un’idea per metà sua, è pronto a offrire la Regione come trampolino del rilancio: «Ho 700 milioni di euro da investire entro il 2015. Siamo disponibili a entrare in Sea e in Sacbo per potenziare il sistema aeroportuale lombardo mettendo fine alla guerra tra Malpensa, Linate e Orio al Serio. Ma i soci ci devono dire se ci vogliono. Altrimenti investiamo altrove». E pensare che da sempre la Grande Malpensa, considerata strategica nel piano nazionale e comunque depredata della possibilità di incrementare passeggeri, è da record. Come indica pure lo sguardo felice ed emozionato di Pietro Modiano. «È la prima volta a livello mondiale che si presenta uno spettacolo operistico in uno scalo», scandisce il presidente di Sea, anch’egli prima di sedersi. «La prima volta per la Scala, per la Rai e per noi. Questo scalo si è prestato perché è diventato bellissimo. É stato anche premiato come migliore d’Europa». Record, appunto. Un respiro, quindi: «Sono euforico e un po’ agitato. Ne saremo degni».
Affermazione confermata dalla realtà: dalla prima nota dell’Elisir d’amore di Gaetano Donizetti il colpo di genio di . , sovrintendente e direttore artistico del Teatro alla Scala, dimostra che, sì, si può fare. Si possono coinvolgere i passeggeri di un aeroporto intercontinentale in un’esperienza culturale avvolgente. Che sia il tempo di uno sguardo incuriosito accompagnato da uno scatto fotografico con il cellulare o l’attesa dell’imbarco rallegrata da un momento più unico che raro. È vero: Pereira aveva proposto un happening del genere alla stazione ferroviaria di Zurigo e se non ci fosse stata quello, non ci sarebbe stato nemmeno questa. Ma la messa in pratica non era scontata. Però è riuscita a diventare tanto eccezionale da meritarsi la diretta su Rai Cinque condotta da Neri Marcorè. E mentre si consuma l’intreccio amoroso in un’opera capace di vestirsi di quotidiano c’è spazio per un cameo degli stessi Modiano e Pereira seduti quali comparse d’eccezione ai tavoli della scena. Giusto per sottolineare, forse, che tutti sono nell’evento. Tanti o pochi che siano, tra i 19.714 passeggeri (8.344 in partenza e 11.370 in arrivo) nei due terminal durante le tre ore di rappresentazione, ad averne goduto. «Una novità assoluta», aggiunge Maroni, mentre raggiunge i check in per il secondo atto. «Un anno fa abbiamo deciso di lanciarla. È stata un’idea pazza avuta da me e Pereira.
Del resto, se non qui, dove? Donizetti è bergamasco, dunque Lombardia über alles. Eppoi Malpensa è la porta dell’Expo, della Lombardia e d’Italia». Proprio il motivo per cui ci sono 700 milioni pronti per mettere fine a una guerra incomprensibile. E a quei giochi a sfondo politico che hanno stancato anche gli industriali.

da La Prealpina di Venerdì 18 Settembre 2015
a.p.

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