La linea Malpensa-Gallarate nel 2020. Personalità in ispezione

riprendiamo da La Prealpina del 23 NOv. 2015

«Questo è il modello varesino». Così il governatore Maroni, in sopralluogo ieri al cantiere, commenta l’annuncio che la ferrovia tra i due terminal di Malpensa sarà conclusa nell’estate 2016: solo sei anni di lavoro. Ora la nuova sfida di Ferrovie nord è il collegamento T2-Gallarate: «Può essere pronto nel 2020».

Presidente della Regione Lombardia in arrivo a Malpensa La linea Malpensa-Gallarate nel 2020 «Questo è il modello varesino». Così il governatore Maroni, in sopralluogo ieri al cantiere, commenta l’annuncio che la ferrovia tra i due terminal di Malpensa sarà conclusa nell’estate 2016: solo sei anni di lavoro. Ora la nuova sfida di Ferrovie nord è il collegamento T2-Gallarate: «Può essere pronto nel 2020».
La prossima estate sarà finito il tratto T1 -12 ora al 50%. «Modello varesino» SOPRALLUOGO AL CANTIERE II governatore Maroni e il presidente Modiano (Sea) convinti della necessità di proseguire fino all’importante snodo Fs MALPENSA – «Nel 2020 il collegamento tra il Terminal 2 e Gallarate sarà pronto». Tra cinque anni?
Da rimanere a bocca aperta. Anche perché il tratto ferroviario dal Terminal 1 al T2, se il cronoprogramma continuerà a viaggiare come ha viaggiato finora, continuerà a viaggiare come ha viaggiato finora, sarà concluso la prossima estate e ancora qualche tempo dovrà trascorrere prima che possa entrare in funzione. Ma quando l’ingegner Roberto Ceresoli, responsabile d’esercizio di Ferrovie nord, annuncia la previsione è giustificato da una massiccia dose di ragionevole ottimismo: a conti fatti, compresi i rallentamenti dovuti al ritrovamento di preziosi reperti archeologici relativi alla protociviltà di Golasecca e di 56 bombe risalenti alla Seconda Guerra mondiale durante gli scavi, la realizzazione dei tre chilometri e 600 metri di strada ferrata per unire i due terminal di Malpensa rappresenta un incoraggiante record nazionale. «Risulterà costruita in sei anni». In pratica, la metà del tempo solitamente necessario in Italia per opere del genere. Tanto da far impettire d’orgoglio il presidente regionale Roberto Maroni: «È il modello lombardo. Anzi, questo è il modello varesino». Così, seppur con le cautele del caso legate alle variabili ora incognite (innanzitutto l’arrivo dei milioni europei per procedere, ma anche le conferenze dei servizi finalizzate al non secondario consenso del territorio), i calcoli dell’ingegnere sull’ulteriore tratto sono realistici: «Nel 2016 sarà presentato il progetto preliminare (già finanziato dalla Ue, ndr). Nel 2017 quello definitivo. Nel 2018, se ci saranno i soldi, si farà la gara d’appalto. Nel 2020 il collegamento L’occasione di mettere un punto sul parecchio fatto e dare un termine al molto ancora da fare per chiudere il cerchio dell’accessibilità a Malpensa (tra T2 e stazione gallaratese delle Fs bisogna costruire 4 chilometri di rotaie in modo poco impattante con l’ambiente e l’urbanizzazione) è il sopralluogo di ieri mattina al cantiere del segmento interno aeroportuale. C’è appunto Ceresoli in veste di Cicerone, c’è il presidente del Gruppo Fnm Andrea Gibelli, c’è Maroni accompagnato dal suo assessore
Cristina Cappellini (Culture, Identità e Autonomie) e dal presidente del consiglio regionale Raffaele Cattaneo (all’epoca in cui partì l’intervento era delegato alla Mobilità lombarda), c’è il presidente di Sea Pietro Modiano, c’è la soprintendente ai beni archeologici Barbara Grassi, tutti con elmetto antinfortunistico in testa e relativi staff al seguito, lì a valutare lo stato di avanzamento dei lavori che costano 115 milioni di euro finanziati dall’Europa (23), dal Governo (46), dalla Regione (31) e dalla Sea (16). Con le Nord esecutrici della linea ferroviaria e la stessa società di gestione dell’aeroporto deputata a costruire la nuova stazione davanti agli Arrivi del terminal low cost monopolizzato da easyjet. Buona parte dei binari non ci sono ancora. «Siamo al 50 per cento», afferma il responsabile d’esercizio di Ferrovie nord. «Ma nel giugno 2016 avremo concluso». In effetti, è praticamente finito il tratto in galleria, è in fase avanzata l’allestimento del percorso in trincea che aggira Case Nuove costeggiando la superstrada 336, è stato da tempo superato lo stop legato ai ritrovamenti di reperti e bombe. «Tutti gli scavi sono stati eseguiti durante il Inoltre, sono stati eretti pilastri e copertura in cemento armato del sotterraneo capolinea. Per il momento. Proprio perché, ottenuti da Bruxelles i soldi necessari alla progettazione, la ferma volontà è di proseguire veloci verso l’importante snodo ferroviario Fs. E su questo c’è piena intesa tra Sea e Regione. Dice Modiano: «II collegamento tra TI e T2 è quasi pronto. Ora auspico la realizzazione di quello che manca tra Terminal 2 e stazione di Gallarate. E un passo importante per collegare ulteriormente Malpensa a Milano». Gli fa eco Maroni: «Procediamo con le opere di valorizzazione di Malpensa. E poi ci sarà il Non come dirlo, ovvio. Servono i milioni Ue. Per il tratto in costruzione, a esempio, Ferrovie nord sta accelerando l’acquisto delle forniture (binari e traversine, in primis) al fine di contabilizzare i costi entro il 31 dicembre e non perdere la copertura al 20 per cento della spesa da parte dell’Europa. Dunque, bisognerà affrontare un altro iter delicato per mettere d’accordo tutti gli attori – come è stato in questo caso – e ottenere i soldi che permettano di avviare il futuro cantiere. Comunque, che si riproponga il «modello varesino» o ne intervenga uno ugualmente efficace, la sfida è lanciata: «Può essere pronto nel 2020».Angelo Perna

«Malpensa deve tornare a crescere e ogni miglioramento è una scommessa vinta». E il commento del presidente del consiglio regionale, Raffaele Cattaneo, in visita ieri mattina al cantiere del nuovo collegamento ferroviario T1-T2: una realtà dalla prossima estate. Cattaneo, che al Comitato delle regioni a Bruxelles presiede la commissione Coter, sottolinea il fondamentale finanziamento ottenuto dall’Ue (23 milioni di euro sui 115 totali): «Un segno che il lavoro che si fa in Europa ha ricadute dirette sul territorio». Mentre per il governatore lombardo Roberto Maroni i 31 milioni stanziati dalla Regione sono «un impegno economico rilevante per la valorizzazione di Malpensa». Ancora più strategica, però, sarà per Maroni la continuazione del doppio binario dal T2 (futuro capolinea) alla linea Milano-Domodossola, con l’innesto previsto al confine tra Casorate Sempione e Gallarate. «Mettere in rete Malpensa significa sfruttare tutte le potenzialità di questo aeroporto». È un progetto al quale crede anche il presidente di Sea, Pietro Modiano, che lo definisce «molto molto importante per collegare il nostro aeroporto alla Lombardia e a Milano in modo ancora più efficiente e veloce». Il costo totale si aggirerà tra i 170 e i 250 milioni di euro. Ferrovie nord, che sta redigendo il progetto grazie al finanziamento ottenuto dall’Unione europea da 2 milioni di euro, conta di arrivare ad agosto 2016 con il preliminare pronto La fine della galleria prima del percorso in trincea (toto BIUD ed entro il 2017 con il definitivo. Sarà invece una realtà attiva e funzionante tra non più di nove mesi il collegamento T1-T2, disegnato parallelo alla superstrada 336 per una lunghezza totale di 3,6 chilometri. Di questi, 1.652 metri saranno in trincea, 967 in galleria (a una quota compresa tra 8 e 10 metri sottoterra) e circa 800 a cielo aperto, così da eliminare ogni interferenza con la viabilità circostante e minimizzare l’impatto ambientale. La stazione del T2 sarà interrata, lunga 500 metri e larga 45, inserita all’interno di uno scavo che ha movimentato oltre 400mila metri cubi di terra. Il costo complessivo è pari a 115 milioni di euro: 31 stanziati da Regione Lombardia, 23 ottenuti con un finanziamento Ue, 46 a carico del Governo e 16 messi a bilancio da Sea. Il tempo di percorrenza tra i due terminal sarà di 4 minuti per un’offerta a medio termine di oltre 250 treni al giorno. Fnm prevede che, una volta a regime, il nuovo collegamento verrà utilizzato da oltre il 25 per cento dei viaggiatori che si serviranno di Malpensa. Dunque circa 5 milioni di passeggeri all’anno. G.C.

TROVATE 80 TOMBE Prima civiltà di Golasecca rivive nella nuova stazione, Gibelli conferma. Ma Bellaria si oppone MALPENSA
II sensazionale ritrovamento risale a quattordici mesi fa: 80 tombe risalenti all’età del Bronzo Finale, ovvero tra il dodicesimo e il decimo secolo avanti Cristo, appartenenti alla Civiltà di Golasecca. Si tratta in particolare di   urne cinerarie in ceramica decorate, contenenti i resti del defunto e ornamenti personali bronzei. Ora quel patrimonio, arrivato intatto dalla Preistoria ai giorni nostri e tornato alla luce a Case Nuove grazie agli scavi per il collegamento ferroviario T1-T2, sarà esposto all’interno della futura stazione del Terminal 2. Parola del governatore Roberto Maroni: «Esporli qui in aeroporto significa mostrare al mondo intero la civiltà di Golasecca». E del presidente del Gruppo Fnm, Andrea Gibelli: «Non sarà un museo tradizionale che punta soltanto alla conservazione e alla descrizione, ma un museo a realtà immersiva. A noi non interessa la semplice teca, vogliamo far vivere al passeggero un’esperienza simile a quella

vissuta all’interno dei padiglioni quella vissuta all’interno dei padiglioni di Expo, grazie a contributi analogici e digitali». Gibelli, ieri durante il sopralluogo al cantiere, ha dunque confermato le parole espresse dall’ex sindaco di Somma Lombardo, Guido Colombo, all’indomani del ritrovamento. «Ho già preso contatti con Ferrovie Nord per aprire un polo museale all’interno della stazione entro la fine del 2015», disse allora. I suoi detrattori pensavano fosse una boutade, invece il tempo gli ha dato ragione. Il modello è Atene, dove le stazioni della metropolitana realizzate per le Olimpiadi del 2004 ospitano i ritrovamenti archeologi venuti alla luce durante gli scavi, diventando così moderne stazioni-museo polifunzionali e attrattive anche da un punto di vista turistico. Ma il nuovo sindaco di Somma, Stefano Bellaria, assente ieri al sopralluogo in quanto non invitato, non è dello stesso avviso. E dice: «A noi non risultano accordi stipulati dal Comune in tal senso. Se ci deve essere un museo non può che essere collocato dove i reperti sono stati ritrovati, ovvero nella frazione di Case Nuove. Noi già da ora siamo pronti a mettere a disposizione un immobile delocalizzato. Ogni altra ipotesi non sarà vista con favore». Gabriele Ceresa

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