Linate 8 Ottobre, confermate condanne dell'appello

Ansa 2008-02-20 20:39
Linate, confermate condanne dell’appello

ROMA – La Cassazione ha appena confermato le condanne per disastro aviatorio colposo e per omicidio plurimo colposo, in relazione all’incidente di Linate (8 ottobre 2001, 118 morti) nei confronti dell’ex amministratore delegato dell’Enav Sandro Gualano (6 anni e 6 mesi), e per gli altri imputati. In questo modo esce totalmente confermato il verdetto emesso il 7 luglio 2006 dalla Corte di appello di Milano.

Inoltre la quarta Sezione penale della Cassazione – innanzi alla quale si è svolta l’udienza iniziata ieri alla presenza di molti familiari delle vittime di Linate – ha confermato la condanna a tre anni di reclusione per il controllore di volo Paolo Zacchetti, l’uomo-radar, responsabile di non aver capito il disorientamento dei piloti tedeschi del Ceshna che aveva preso un raccordo sbagliato e si trovò in rotta d collisione con un Boeing svedese della Sas in fase di decollo. La Suprema corte ha inoltre condannato a 4 anni e 4 mesi l’ex direttore generale dell’Enav Fabio Marzocca.

Sono diventate definitive anche le condanne a tre anni di conclusione per i manager Sea Antonio Cavan (responsabile dello Sviluppo e della manutenzione) e Giovanni Lorenzo Grecchi (responsabile della gestione delle Risorse aeroportuali). Con la sentenza di questa sera i Supremi giudici hanno respinto i ricorsi presentati da tutti gli imputati ma anche quello con il quale la Procura di Milano chiedeva un nuovo processo per il direttore dello scalo di Linate, Vincenzo Fusco, e per il direttore degli scali milanesi Francesco Federico, assolti in appello. In buona parte disattese anche le richieste presentate ieri dal sostituto procuratore generale della Cassazione Angelo Di Popolo che, nella sua requisitoria, aveva chiesto un nuovo processo per Fusco e Federico ritenendoli titolari di una posizione di garanzia nella sicurezza e nella vigilanza sul traffico aereo di Linate. Il Pg aveva poi chiesto un piccolo ‘sconto di pena’ per Gualano da rideterminarsi in appello, in quanto riteneva “ridimensionate” le sue responsabilità. Per quanto riguarda la mancata installazione del radar di terra a Linate. Apparecchiatura che fu installata 45 giorni dopo il drammatico incidente. La quarta Sezione penale si era chiusa in camera di consiglio attorno alle 14 di oggi e ne è uscita circa sei ore dopo.

I FAMILIARI DELLE VITTIME, E’ UNA VERGOGNA – “Questa decisione della Cassazione é una vergogna: noi non chiediamo che nessuno vada in galera ma era giusto che il direttore dell’aeroporto di Linate e il direttore degli scali milanesi scontassero almeno un periodo di volontariato sociale anziché uscire con la piena assoluzione in una vicenda costata la vita a 118 persone”. Così il portavoce dell’associazione dei familiari delle vittime di Linate, Paolo Pettinaroli, ha commentato la decisione della Suprema Corte che ha detto no alla richiesta di un nuovo processo ai due manager Enac Vincenzo Fusco e Francesco Federico. E’ probabile che la Suprema Corte – così come già fatto dalla Corte di appello di Milano – abbia ritenuto che la sovrapposizione delle responsabilità tra i compiti dell’Enav e quelli dell’Enac non consentisse di addossare ‘colpe’ ai dirigenti dell’aviazione civile. Solo dopo l’incidente di Linate, infatti, sono state meglio definite le competenze dei due enti addetti alla vigilanza del traffico aereo. Prima che fossero istituiti vigevano solo le norme del codice della navigazione del 1942, e non erano mai stati ben definiti i decreti di accompagnamento all’istituzione dei due enti aviatori che avrebbero dovuto specificarne le funzioni.