Linate e Malpensa al bivio, solo uno dei due si salverà

La partita per il salvataggio degli aeroporti milanesi, dopo mesi di convegni, battaglie e appelli bipartisan, riparte esattamente dal via. L´odiata Air France – indicata ai tempi come il killer di Malpensa – dopo essere uscita dalla porta minaccia di rientrare adesso, con un nuovo padrino politico, dalla finestra. E l´unico successo degli enti locali lombardi, per il momento, è la prevista riconvocazione del tavolo per Milano. Con tanta carne al fuoco ma nessun impegno concreto.

Un déjà vu dell´era Prodi che lascia il fronte del Nord – malgrado l´affinità ideologica con l´esecutivo – con un pugno di mosche in mano. E con la prospettiva non proprio brillante di dover scegliere se sacrificare Linate o Malpensa.

Le certezze
p<>. Le uniche certezze al momento non arrivano dalla politica ma dall´industria. La Sea, dopo l´addio di Alitalia, ha firmato un´intesa con Lufthansa, il piano Scala. L´accordo prevede che dal 2009 la compagnia tedesca posizioni sei aerei a Malpensa. Ma alcuni gruppi di studio stanno lavorando per un obiettivo più ambizioso: trasformare lo scalo bustocco, dal 2013, nel quarto hub di Francoforte, base di un network intercontinentale con diverse destinazioni alimentato dai voli locali di Air Dolomiti. L´altra buona notizia sono i dati di traffico. La voragine aperta da Alitalia (-82% il traffico sui voli della compagnia a Malpensa) è già stata riempita per un terzo grazie al boom (+34%) del traffico degli altri vettori.

I piani di Cai
p<>. La cordata italiana destinata a rilevare Alitalia sta trattando in questi giorni un´alleanza internazionale con Lufthansa o Air France. Il piano Fenice, al riguardo, è chiaro. Se la scelta cadrà sui tedeschi, Malpensa sarà l´aeroporto principale (ma non l´hub) della compagnia tricolore con dieci destinazioni intercontinentali destinate a diventare 13 nel 2013. La Magliana però chiederebbe di “sfrattare” i voli low cost da Busto e di ridurre Linate a base per la sola navetta Milano-Roma da gestire con più aerolinee. Se il partner sarà Parigi, Linate potrebbe operare ai livelli più o meno attuali, ma Malpensa resterebbe un deserto, con solo tre voli intercontinentali.

La politica
p<>: Né Letizia Moratti, né Roberto Formigoni, né la Lega hanno potuto opporsi alla cordata italiana fortissimamente voluta da Silvio Berlusconi. Su questo fronte non si può tornare indietro. L´unica strada è provare a limitare i danni e salvare Malpensa sganciandola da Alitalia. Via Bellerio, nei giorni scorsi, ha provato a mettersi di traverso. Ma i nodi politici sul tavolo, tra cui il federalismo fiscale, hanno convinto il Carroccio a evitare rotture. In cambio di cosa? Per ora di una serie di impegni verbali. Che il tavolo per Milano dovrebbe trasformare in accordi vincolanti che consentano alla Sea di finalizzare le sue intese con Lufthansa, l´unica vera carta in mano in questo momento. I punti sono tre: una rinegoziazione degli accordi bilaterali che aprano la possibilità di istituire le nuove rotte intercontinentali da Milano; l´allungamento della convenzione di gestione con l´Enac (scade nel 2041); la concessione di alcune aree demaniali adiacenti alla Malpensa appena dismesse dalla Difesa.

I problemi
p<>. Se Lufthansa sposerà Alitalia (ma cosa farà in tal caso Fiumicino?) la strada dovrebbe essere in discesa. E anche la causa da 1,25 miliardi della Sea contro la Magliana per l´addio alla Malpensa potrebbe finire in naftalina. Un successo di Air France aprirebbe invece diverse incognite. Parigi si era già messa di traverso al rinnovo degli accordi bilaterali. E il vettore tedesco a Milano, a quel punto, diventerebbe un problema anche per la cordata tricolore, che si ritroverebbe un concorrente con le spalle larghe posizionato proprio dove c´è il mercato più ricco del paese. La Lega e Moratti riusciranno a vincere queste resistenze?
(30 agosto 2008)
da

Repubblica.it