Lufthansa Technik Milan a Malpensa

Bonomi durante il suo intervento L’asse Malpensa-Lufthansa si rafforza e consolida. Inaugurazione in grande stile oggi per l’hangar di Lufthansa Technik Milan, la terza “creatura” della galassia legata alla compagnia aerea tedesca, che apre qui un centro di manutenzione e servizi di componentistica per aeromobili. Un momento simbolico, un passaggio di consegne, dirà anche l’assessore regionale a trasporti e infrastrutture Raffaele Cattaneo: perchè l’hangar era usato da Alitalia, sorto in tempi in cui quello era il riferimento – poi venuto meno, come si è visto. E a Malpensa nessuno ha dimenticato. Tanto che la rivendicazione di dati in crescita, in controtendenza con il resto del sistema aeroportuale europeo, dopo il tonfo clamoroso del 2008, suona quasi una ripicca. Ci avete abbandonati? E noi cresciamo lo stesso.
Con Cattaneo, a “cantarle” sulle stesse note, c’era il presidente di Sea Giuseppe Bonomi. Volendo poi uscire dalle baruffe italiane per volare alto, ecco gli auspici, anzi le positive realtà, espressi dall’ad di Lufthansa Technik, August Wilhelm Henningsen. Più di una società, un gruppo ormai quello sorto nel 1995 come “costola tecnologica” della compagnia; con 70 aziende affiliate, 26.000 dipendenti nel mondo, offre servizi manutentivi, ricambi e logistica a un ricco portafoglio clienti che mettendo questa “bandierina” (e che bandierina) a Malpensa vuole dichiaratamente ampliare. Il taglio del nastro Perchè quello italiano è un mercato che promette bene, spiega Henningsen: e ci sono ottimi motivi per investire su Malpensa, nonostante la crisi che investe l’intero comparto aereo e di cui, riconosce, ancora non si intravede la fine. Una scommessa meditata quella di Lufthansa Technik, che si unisce a Lufthansa Italia e Lufthansa Cargo per fare dell’aeroporto insubre un punto di riferimento. Il gruppo intende anche assumere, non appena le condizioni di mercato si chiariranno: Henningsen parla di 120 fra tecnici e meccanici esperti da reclutare localmente. L’esperienza c‘è: quella della compagnia di bandiera, decennale, e quella maturata da Lufthansa Technik Component Services, inizialmente centro regionale per i materiali di supporto. Ora, con il vasto hangar, scatta la manutenzione su vasta scala, per velivoli come gli Airbus 320 e 330 e i Boeing 737; e in prospettiva futura vari altri vettori a corto e lungo raggio.

L'entrata trionfale dell'Airbus 319 Lufthansa Italia nell'hangar Tutto ciò è musica per le orecchie di Bonomi e Cattaneo. Il primo ha buon gioco nel dimostrare che Malpensa è attrattiva per gli investimenti stranieri; senza dimenticare di ricordare i passi da gigante annunciati ieri con il piano di sviluppo, investimenti complessivi per un miliardo e mezzo fino al 2016, tutti autofinanziati. C‘è la rivendicazione del terreno recuperato dopo il patatrac: 23 nuove compagnie, 71 nuovi voli, 793 nuove frequenza settimanali (dopo i 12000 voli persi con l’abbandono di Alitalia), il traffico passeggeri che recupera il 14% rispetto a un anno fa. La crisi del 2008 è stata devastante: lo dicono anche i numeri del movimento cargo. Un tracollo del 44% da gennaio 2008 a gennaio 2009, poi la ripresa: +15% nel confronto tra i mesi di settembre. Dati che parlano chiaro: Malpensa è convalescente. E vuole guardare avanti: il 10% di aumento dei voli intercontinentali che Cattaneo cita con orgoglio è un auspicio per il futuro. Easy Jet e Lufthansa sono sugli scudi, dirà a chiare lettere l’assessore. “Il mercato è qui”. E la richiesta di maggiori collegamenti intercontinentali – “Milano lo merita” diventa la logica conseguenza di questa convinzione. Cattaneo ricorda anche quanto fa e farà la Regione in tema di formazione del personale per il settore.

La squadra Italo tedesca al completo E’ tempo di taglio del nastro, torta e flash per questa cerimonia che si vuole vivere come una sferzata di ottimismo in un contesto generale che resta poco allegro. Quando l’aereo Airbus A-319 di Lufthansa Italia fa il suo ingresso nell’hangar, spinto all’indietro dall’apposito “muletto”, scattano ancora le macchine fotografiche. Ma c‘è chi ha qualcosa da mugugnare: l’europarlamentare Francesco Speroni, uno che prima di darsi alla politica di aerei e aeroporti s’intendeva per mestiere. L’aereo, infatti, si chiama ‘Roma’. Un nome che qui si preferisce non nominare, anche se Bonomi, conciliante, aveva parlato di Malpensa e Fiumicino come di realtà che si completano a vicenda: là il turismo, qui il business.

da Varese news