Passera da ministro dei trasporti a Milano

Si è appena chiusa a Milano la decima Mobility Conference, organizzata da Assolombarda e dalla Camera di Commercio. Tanti interventi interessanti per il curioso di sapere dove andrà il mondo non solo lombardo di trasporti e infra su tutti quelli di Giuliano Asperti e del neoministro Corrado Passera, davanti ad un parterre rilevante con la padrona di casa Emma Marcegaglia, fra i Presidenti della Regione e della Provincia. Notevole l’ assenza del Comune di Milano.
Un Asperti senza peli sulla lingua ha raccontato con un’ assertività insolita negli incontri fra i nostri potenti di costi abnormi, iter autorizzativi infiniti e ritardi esasperanti, mentre fuori dalla sede di Assolombarda la Polizia teneva a bada i manifestanti, a dire il vero abbastanza tranquilli.
Sono cose che tutti abbiamo ascoltato purtroppo tante volte, ma risentirle tutte insieme erano il racconto kafkiano di un Paese antiquato, in cui non contano le cose, ma le procedure, ingranaggi che non funzionano e in cui getta sabbia la lotta per il potere fra i vari gruppi, non solo politici ma anche di business, vedasi il sistematico ricorso ai ricorsi giudiziari.
Forse è wishful thinking, ma ho avuto la sensazione che il vecchio mondo si sia almeno incrinato e che siamo all’ inizio di una fase nuova, perché con lo spread non ci sono più i soldi per le vecchie abitudini.
E se fossimo invece in un momento gattopardesco? La domanda si riporta pari pari alla politica nazionale: dopo Monti si tornerà come prima? Moriremo partitocratici?
Qualsiasi infrastruttura da noi richiede una vita per essere costruita, molti scherzavano ricordando di aver sentito parlare di Pedemontana già alle medie. L’ infrastruttura da noi costa molto più di quanto dovrebbe e, questa è la cattiva novità dell’ anno, con l’ aumento dei tassi d’ interesse richiederà una vita per essere ripagata, sempre che si trovino i soldi per costruirla, perché nessuno che non sia la Cassa Depositi e Prestiti pare ancora entusiasta di prestare denaro a scadenze lunghissime. L’ estero si è impaurito dello spread e non sopporta il nostro bizantinismo legale, restano le banche nostrane che hanno pochi soldi e ancor meno voglia di impegnarli in progetti dal ritorno reso ancor più incerto dalla lunghissima vita delle concessioni. Il pubblico, lo sappiamo, non può aprire la borsa, è veramente indispensabile cambiare.
Corrado Passera era credo al suo esordio come Ministro dei Trasporti. Il tono era molto diverso da quello che ricordavo nella sua vita precedente, quando parlava dei conti e delle strategie di Intesa Sanpaolo. Il tono era quello dello statista, molto più che quello del manager. Niente politica, ma un elenco lungo e ritmato di cose già fatte e delle tante cose da fare, subito, per disboscare la burocrazia, far partire il più velocemente possibile le infrastrutture che permettano un rimbalzo del PIL. Evidente il voler comunicare, ma forse era involontario, un senso di fretta nel voler tagliare i mille lacci inefficienti, una sensazione che nessun Ministro italiano mi aveva mai comunicato, forse perché tutti si aspettano di stare in politica per sempre.
Di propriamente “politico”, ma in realtà anche da manager, la presa di posizione nettissima verso il superamento di strutture proprietarie in cui mille Enti grandi e piccoli si condannano al “nanismo”, alla dimensione inefficiente, per mantenere le piccole rendite politiche.
Apprezzo soprattutto l’ istituzione dell’ Autorità per i Trasporti, a lungo osteggiata da un Tremonti non disponibile a cedere potere. Anche se richiede un iter legislativo di qualche mese parte subito come costola di un’ Autorità esistente, per non perder tempo. Appunto il tempo, che nei trasporti è fondamentale, ma che per la burocrazia italiana non esiste, è la caratteristica novità che l’ ex banchiere inocula nel sistema.
Mi sembra difficile pensare che nella primavera del 2013 Corrado si ritiri come Cincinnato, quello di Ministro è probabilmente il primo passo pubblico del suo cursus honorum. Per allora sono certo che vorrà vantare cantieri in atto e imprese e persone al lavoro.
Purtroppo non c’ è stato spazio per domande, gli avrei chiesto volentieri che cos’ avesse da risponderci sulla questione del volo Singapore Airlines da Malpensa a New York, in cui, come abbiamo segnalato, l’ Unione Europea ha smentito il suo non possumus.

Da LINKIESTA