L’ostruzionismo del Ministro Passera

Perché Passera non autorizza il volo Malpensa-New York della Singapore Airlines?

Marco Giovanniello – 9 febbraio 2012

Più di una settimana fa abbiamo pubblicato una lettera dell’ Unione Europea che, contraddicendo le dichiarazioni alla Camera del Ministro dei Trasporti, si chiamava fuori e gli dava piena responsabilità e libertà di autorizzare o negare il permesso alla prestigiosa Singapore Airlines, che vorrebbe volare da Milano Malpensa a New York.
Corrado Passera aveva giustificato il suo rifiuto con un presunto divieto europeo, che si è dimostrato inesistente. Dopo una settimana e nonostante il brillante intervento del Ministro alla Mobility Conference milanese lunedì, non si ha nessuna novità ufficiale. La posizione del Ministero è imbarazzante e le richieste di chiarimenti alla Camera non mancano.
Passera può confermare il rifiuto, ma assumendosene ora la piena responsabilità politica, può riconoscere l’ errore tecnico e concedere l’ autorizzazione, ma sconfessando il suo staff, può tacere ribadendo di fatto il rifiuto, ma scatenando i politici lombardi, soprattutto leghisti, che l’ accusano di aver detto il falso in Parlamento per favorire Alitalia, della cui privatizzazione è stato uno degli artefici.
Il pomo della discordia è il proseguimento verso New York di un volo che arriverebbe in brughiera in buona parte carico di passeggeri diretti da Singapore verso gli USA, per la restante diretti a Milano. Costoro potrebbero essere sostituiti da passeggeri “nostri” che volano verso New York, la meta intercontinentale più importante da Milano. Singapore Airlines farebbe concorrenza alle quattro compagnie aeree, tra cui Alitalia, già presenti sulla rotta, ma il suo non sarebbe in termini di offerta aggiuntiva un quinto aereo “intero”, appunto perché buona parte dei sedili sarebbero già occupati da passeggeri saliti a bordo a Singapore.
Il Load Factor attuale dei voli Milano-New York, cioè la percentuale di sedili venduti, è su livelli solo accettabili a causa della crisi e una linea aerea in più con cui spartirsi la torta non piacerebbe ai concorrenti. Nel frattempo sono 140.000 all’ anno i passeggeri che vanno a New York non col volo diretto, ma facendo scalo in altri aeroporti europei, per approfittare di prezzi minori o per poter partire da Linate. Molti di loro volano via Parigi o Amsterdam sugli aerei di Air France-KLM, ci sono accordi per cui Alitalia ne ricava un discreto guadagno, infatti aiuta i partner con un numero di voli sempre più alto da Linate verso i loro hub, a scapito di Malpensa.
A Malpensa un sì servirebbe anche a garantire per sempre l’ importante volo quotidiano da Singapore, che è nato con una prosecuzione per Barcellona. Singapore Airlines vola ancora in alcuni giorni della settimana verso la città catalana via Malpensa, in altri direttamente e proseguendo poi per San Paolo. Quando il Brasile sarà raggiunto tutti i giorni, il volo da Singapore a Malpensa non potrà più contare sui passeggeri per la Spagna e quelli per New York sarebbero il sostituto ideale.
Perché la querelle per New York? Si tratta comunque di una sola rotta e tutto sommato non sembrerebbe una questione di vita o di morte né per la compagnia di bandiera, né per l’ aeroporto lombardo, perché lo scontro è così duro?
Passera deve decidere chi avvantaggiare fra Alitalia o Malpensa, entrambi acciaccati. Ora qualcuno in Lombardia è molto più ottimista sulla concessione dei diritti alla Singapore Airlines, ma questo apparentemente piccolo problema resta cruciale perché apre la via a questioni più grandi. Il rifiuto sarebbe uno schiaffo alle centinaia di cassaintegrati dell’ aeroporto, ma la concessione a Singapore Airlines del permesso di volare una rotta già coperta renderebbe quasi impossibile il rifiuto ad altri vettori extracomunitari che chiedessero di volare verso destinazioni USA non più raggiungibili da Malpensa da quando Alitalia è ritornata a Fiumicino.
In particolare Alitalia e più di lei Il suo socio principale Air France temono che Malpensa diventi la testa di ponte delle pericolose linee aeree del Golfo come Emirates, che hanno un grandissimo successo. I grandi vettori europei le temono e attribuiscono quel successo ai favori che riceverebbero dai rispettivi Stati, in termini di capitali a costo irrisorio e agevolazioni di tutti i tipi.
Dei grandi aerei per i voli a lungo raggio ordinati a Boeing e Airbus, la quota dei vettori del Golfo è impressionante. Su quali rotte verranno impiegati? Anche su quelle dall’ Europa all’ America? Gli aeroporti europei non hub, come Malpensa, avrebbero solo da guadagnare, per gli hub minori forse non farebbe gran differenza, a soffrire sarebbero i tre grandi gruppi che fanno capo ad Air France, Lufthansa e British Airways e forse un po’ i loro hub.
La Gran Bretagna è difesa dall’ impossibilità di ottenere slot a Heathrow, Francia e Germania non nascondono le preoccupazioni per le loro compagnie aeree. Per l’ Italia però la decisione è più difficile. Posti di fronte al disastro della vecchia Alitalia, mentre gli aeroporti comunque qualcosa guadagnavano, si è scelto sempre di favorire il vettore a scapito degli scali, ma il vettore non crescerà mai al livello dei grandi concorrenti europei e la prospettiva è quella che finisca in mano francese.
Basse tariffe hanno impedito agli aeroporti di crescere, i diritti negati possono spingere il traffico altrove e rischiamo di restare senza capra né cavoli, con vettore e aeroporti irrilevanti. Probabilmente è il caso di inventarsi una politica aeronautica differente, che non veda più Alitalia in contrapposizione agli aeroporti.

Da LINKIESTA