Spetta all’ Antitrust e non ad Alitalia eliminare il monopolio nella Linate – Fiumicino

Marco Giovanniello – 9 luglio 2012

Bizzarro Paese il nostro, in cui è Alitalia a dover scegliere di che morte deve morire il monopolio di cui gode dal 2008 nella Linate – Fiumicino.
Scaduto già nel 2011 il decreto che vietava all’ Autorità Garante per la Concorrenza e il Mercato di occuparsi delle conseguenze della fusione fra Alitalia e AirOne, un provvedimento di AGCM ha imposto qualche mese fa che fosse Alitalia stessa a proporre un rimedio al monopolio nella rotta più redditizia d’ Italia, ma il vettore ha opposto un ricorso al TAR di cui la scorsa settimana è stata negata l’ urgenza. Il TAR del Lazio deciderà definitivamente il 10 ottobre sul ricorso ed entro l’ ormai vicino 17 luglio la linea aerea di Colaninno è tenuta a fare la sua proposta.
Le fusioni aeree avvengono in tutto il mondo e la prassi è la stessa in tutto il mondo: nelle rotte importanti, dove con la fusione si avrebbe un monopolio, si ordina la cessione di slot, cioè le “finestre” orarie in cui si può atterrare e decollare in un determinato aeroporto, a qualche altra linea aerea che manterrà condizioni di concorrenza effettiva. Il governo Berlusconi decise altrimenti, assegnando intenzionalmente un monopolio di tre anni ad Alitalia, senza che la UE avesse da obiettare, come invece è accaduto quest’ anno con l’ acquisto di bmi da parte di British Airways. Bruxelles ha preteso che alcuni degli slot a Londra Heathrow che bmi portava in dote venissero assegnati alla concorrenza.
Ora siamo forse agli sgoccioli del monopolio, ma le scelte o meglio le non scelte dell’ AGCM sono da criticare. È compito di AGCM e non di Alitalia stabilire:
1) quanti e quali concorrenti di Alitalia debbano entrare nella rotta
2) quanti slot debbano essere ceduti e in quali orari
Un numero insufficiente di slot negli orari più appropriati renderebbe finta la liberalizzazione, perché il viaggiatore d’ affari che va e torna in giornata non troverebbe una valida alternativa nel nuovo o nei nuovi concorrenti.
Quello che NON vorremmo vedere è Alitalia che cede un numero di slot insufficiente, in orari non appetibili e/o questi slot che vengono trattati secondo la procedura standard, per cui Assoclearance li “spacchetta”, tra l’ altro riservandone metà a linee aeree che attualmente non volano a Linate. Il risultato sarebbe la linea aerea X che vola alle 8, la Y che vola alle 12, la Z alle 17, mentre Alitalia offre decine di voli a tutte le ore e naturalmente il viaggiatore d’ affari, che ha bisogno di un ventaglio di opzioni d’ orario, altro non può fare che continuare a volare Alitalia, a qualunque prezzo Alitalia decida di far pagare i biglietti.
C’ è da chiedersi se all’ AGCM siano stati naif, se abbiano cercato di evitare una grana oppure se si stia solo cercando di cambiare tutto, ma assicurandosi che nulla cambi. Spero che i vettori concorrenti interessati facciano sentire pubblicamente la propria voce per tempo, cioè ben prima del 17 luglio, anche per non lasciare l’ impressione che l’ arbitro abbia tifato Alitalia, che si guadagnerebbe forse immeritatamente l’ immagine della vecchia Juventus di Moggi.
Pitruzzella si prenda le sue responsabilità e faccia il suo mestiere, decida, perché tocca a lui. Onori e oneri. Certo scegliere chi debba essere il concorrente di Alitalia sulla rotta più importante darà adito ai peggiori commenti, ma non scegliere, come Ponzio Pilato, è ancora peggio.

Ceterum censeo Linate esse delendam

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