WindJet può chiudere da un momento all’ altro

Senza un accordo in extremis con Alitalia la siciliana WindJet può chiudere da un momento all’ altro

Marco Giovanniello – 3 agosto 2012

Brutte notizie per l’ occupazione in Sicilia e per i vacanzieri. La compagnia aerea siciliana WindJet, da tempo in gravissime difficoltà finanziarie, è stata abbandonata sull’ altare da Alitalia, che avrebbe salvato il posto almeno ai piloti e agli assistenti di volo con contratto a tempo indeterminato.
Alitalia era interessata non tanto al pot-pourri di rotte e di aerei della compagnia di Antonino Pulvirenti, più noto come padrone del Catania calcio, ma ad incrementare la posizione quasi monopolistica nelle rotte dalla Sicilia a Milano Linate e Roma Fiumicino, per poter alzare un po’ il prezzo dei biglietti, ma gli inaspettati paletti posti dall’ Antitrust, che ha ordinato la cessione gratuita proprio degli slot in quelle rotte, ha mandato tutto a carte quarantotto.
I fornitori di WindJet, che non vedono un euro da mesi, avevano continuato a pazientare, fiduciosi che a saldare le fatture avrebbe provveduto Alitalia, dopo la fusione. La compagnia di Colaninno peraltro aveva distaccato da tempo suoi piloti a WindJet, per facilitare il cambio di procedure e assicurare una transizione senza problemi.
È perfettamente logico che Alitalia, che non può certo permettersi di spendere decine di milioni di euro allegramente, non voglia più acquistare il vettore siciliano privato del filetto e del controfiletto, ma non è chiaro se il fidanzamento sia definitivamente rotto oppure se si stia cercando una riduzione del prezzo o un ammorbidimento dell’ Antitrust, magari nella questione ben più importante del monopolio fra Linate e Fiumicino.
AGCM aveva deciso di fare in fondo il proprio mestiere e garantire la concorrenza, correndo il rischio di vedersi addebitata la responsabilità di eventuali centinaia di passeggeri abbandonati in aeroporto. L’ AD di Alitalia Ragnetti, audace giocatore di poker, ha scelto di vedere il bluff delle Autorità. Siamo nel periodo più critico dell’ anno, WindJet rischia di dover cessare le operazioni da un momento all’ anno e i concorrenti, con i propri voli tutti esauriti, non potrebbero trasportare i passeggeri che WindJet lascerebbe a terra. Il caos per i turisti e gli emigrati che tornano in Sicilia per le vacanze avrebbe un impatto enorme anche sulla stampa.
Il destino di centinaia di dipendenti di WindJet è appeso a un filo, ma la stessa Alitalia ha ammesso che dovrà presto mettere centinaia dei suoi in esubero. Salvare il posto ai siciliani naufraghi di una società fallimentare, mettendo in cassa integrazione i propri lavoratori, sarebbe una Pearl Harbor sindacale.
ENAC sta cercando di evitare il caos nei giorni dell’ esodo, ma finito agosto WindJet, ammesso che non chiuda subito, avrà la sorte segnata, è impensabile che qualcuno compri più i suoi biglietti, rischiando di ritrovarsi in mano carta straccia. A meno di un’ improbabile iniezione di denaro da parte del proprietario, l’ alternativa ad un accordo in extremis con Alitalia è la chiusura e WindJet si aggiungerà all’ ormai lunga lista di compagnie aeree europee defunte nel 2012.
I preziosi slot finirebbero nel calderone, riassegnati secondo le regole UE e probabilmente spartiti su altre rotte, diminuendo dunque la concorrenza su quelle dalla Sicilia a Fiumicino e Linate, vanificando perciò gli sforzi dell’ Antitrust. Sarebbe bene scorporarli in una specie di “good company” da vendere a un vettore terzo, che garantisca il mantenimento di quei voli.

Ceterum censeo Linate esse delendam

Da LINKIESTA