Per lanciare Malpensa "bisognava chiudere Linate"

Dopo il piano di rilancio Airone-Alitalia presentato a Malpensa sono in tanti a prendere le distanze sia sul lato politico che economico. Un piano basato su poche rotte nuove, anzi a conti fatti sono più le chiusure e diminuizioni di frequenze che le aperture, e soprattutto un piano che non tiene conto del territorio di Malpensa ovvero il primo motore economico italiano.
Riportiamo ovviamente le prime dichiarazioni del mondo economico varesino che in questi giorni stanno riempiendo i giornali.
In particolare fanno riflettere le parole del Presidnete degli Artigiani Varese che finalmente a chiare lettere annuncia che “Quando ha aperto Malpensa, bisognava chiudere Linate”.
Parole giuste, che condividiamo appieno perchè mai in un paese evoluto e orientato al futuro è stato aperto un Hub lasciando in vita il city Airport. Qualunque buon amministratore avrebbe chiuso già dal lontano 1998 o al massimo nel 1999 lo scalo di Linate.
Perchè? Perchè da Linate i milanesi scappano sugli hub stranieri e non consentono a Malpensa di avere un adeguato numero di passeggeri per sostenere i voli diretti di lungo raggio; perchè arrivando a Linate i voli di corto-medio raggio questi non possono alimentare coi transiti i passeggeri di lungo raggio a Malpensa; perchè i voli da Linate point to point fanno diretta concorrenza con quelli di Malpensa; perchè se si vogliono voli diretti e accessibilità da Malpensa non si può tenere Linate a questi livelli.
Ormai di tempo ne abbiamo perso troppo, ormai Linate difficilmente si potrà chiudere perchè i nostri politicanti Milanesi e Lombardi hanno paura di perdere voti… ma almeno che si faccia rispettare il Decreto Bersani Bis, il decreto che prevede per ogni destinazione un numero massimo di frequenze giornaliere: ad esempio Linate Napoli al massimo 2 volte al giorno peccato che poi Alitalia ne operi ben 11 di frequenze. Il tutto a danno di Malpensa, e soprattutto a danno del libero mercato in ragione del fatto che da Linate Alitalia opera circa l’80% degli slot disponibili.
Una vergogna pubblica che nessuno ha mai denunciato.

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*Alitalia e il suo “ritorno” a Malpensa?
«Non tiene conto davvero del territorio»*

Alitalia si dimostra lontana ancora una volta dal territorio. E’ il grido che si leva dalla provincia di Varese, associazioni di categoria in testa dopo l’annuncio del ritorno. Lo dichiara con forza il presidente dell’Unione degli Industriali della provincia di Varese Michele Graglia che vede nel nuovo piano triennale presentato da Alitalia per Malpensa la «conferma di un atteggiamento incomprensibile perché sembra non tener conto delle potenzialità che tale aeroporto possiede trovandosi al centro dell’area economicamente più sviluppata del Paese».
Duro anche l’intervento di Giorgio Merletti, presidente dell’Associazione artigiani: «*Chi ha deciso le sorti di Alitalia sono i lombardi che sono a Roma. Quando ha aperto Malpensa, bisognava chiudere Linate. Ma Milano ha scelto e Varese ha subìto*». La Uil sottolinea che “non si dice mai di no al lavoro, ma non è sufficiente”. Critica anche Confesercenti, con il direttore Gianni Lucchina. E le altre compagnie aeree? Freddezza e nessun timore.
Alessandra Pedroni

fonte: La Provincia di Varese

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