Riprende la battaglia per Malpensa

«mi aspetto una presa di posizione dell’esecutivo: in ballo c‘è il Paese»*

Malpensa, appello della Moratti
al governo: «Scelga Lufthansa»

Il sindaco di Milano: non decidano solo gli imprenditori
Allarme occupazione: peggio dell’Alfa di Arese
MILANO«Le scelte strategiche per il Paese non possono essere lasciate nelle mani degli imprenditori». Letizia Moratti, ex imprenditrice e ora sindaco di Milano, dal suo buen retiro di San Patrignano, lancia un appello a Berlusconi e al governo: intervenga su Alitalia per la scelta del partner straniero. Lufthansa e non Air France. Perché «garantirebbe lo sviluppo sia di Malpensa sia di Fiumicino». E lancia l’allarme occupazione: «Dal 13 gennaio si bloccherà il traffico merci di Malpensa dove passa il 50 per cento delle merci italiane. Con relativa messa in mobilità del personale. Sarà una crisi più grave dell’Alfa di Arese».

Sindaco Letizia Moratti, dicono che ormai manchi solo la firma per sancire l’alleanza tra la nuova Alitalia e Air France. Addio Malpensa?
«So che nei prossimi giorni ci sarà l’incontro ufficiale tra Lufthansa e i vertici di Cai. La serietà di Cai mi fa ritenere che non sarà solo l’occasione per rilanciare la trattativa con Air France. Sarà una trattativa seria».

Coltiva ancora qualche speranza per Lufthansa?
«Lufthansa sarebbe la scelta migliore per garantire lo sviluppo del sistema dei trasporti italiano. Per due motivi».

Quali?
«Lufthansa ha un modello di business basato sul multi-hub. In Italia, Malpensa e Fiumicino non sono decollati per la debolezza della vecchia Alitalia, non perché sia mancato il mercato. Sono due hub complementari. Entrambi importanti per l’economia del Paese, e Lufthansa può garantire la loro crescita, mentre Air France ha un modello mono-hub che centralizzerebbe tutto su Parigi».

Perché Malpensa è così importante per lo sviluppo del sistema Paese?
«Le fornisco due dati della ricerca Ambrosetti del 2007. La perdita secca che c‘è stata con il dehubbing di Malpensa ammonta a 3 miliardi e mezzo di euro, tra perdita di posti di lavoro, passeggeri e merci. E poi c‘è una correlazione molto stretta tra il Pil e lo sviluppo del sistema aeroportuale. Con l’abbandono di Malpensa, la Lombardia ha perso un punto di Pil, pari allo 0,50 per il Paese. Ecco perché Malpensa è importante per il sistema Italia. Non solo per Milano o la Lombardia. Lufthansa garantirebbe sia Malpensa sia Fiumicino».

Il secondo motivo per scegliere Lufthansa?
«Il network internazionale. La nuova Alitalia è più piccola della vecchia Alitalia e quindi ha bisogno di un partner internazionale forte, per poter avere un numero importante di collegamenti internazionali diretti consentendo costi inferiori di trasporto per i passeggeri e maggiore competitività per le merci e le imprese. Questo consente di collegare l’Italia con i principali mercati di tutto il mondo».

C‘è Sky Team.
«Ma con Lufthansa c‘è Star Alliance che ha 17 vettori, mentre Sky Team ne ha 7. E dalle notizie che ci arrivano da Sky Team stanno uscendo Tam, Air India e Continental».

Si parla di forti penali per uscire da Sky Team e comunque i tempi dell’alleanza con Lufthansa sarebbero troppo lunghi.
«Sono discorsi pretestuosi e non veritieri perché Lufthansa si è dichiarata disponibile ad assorbire i costi del passaggio da Sky Team e a mettere subito a disposizione di Alitalia tutto quello che serve. Mentre Air One, che rappresenta un numero significativo di aeromobili, dovrà pagare penali proprio perché è legata a Star Alliance».

Resta la convenienza imprenditoriale. Il business plan si regge con il ridimensionamento di Malpensa.
«Questa è una scelta Paese e non solo una scelta industriale. Continuo a pensare che una scelta di questo genere non possa indirizzarsi verso una compagnia che non permetterà all’Italia di avere due hub e un network internazionale di primo piano».

Deve intervenire il governo?
«Faccio un appello al governo perché qui si tratta di scelte strategiche per tutta Italia. Il governo deve intervenire perché la strategia del trasporto italiano non può essere lasciata al mondo imprenditoriale pur con tutte le decisioni legittime che il mondo imprenditoriale deve prendere. Non ci devono essere sottovalutazioni».

È un appello a Berlusconi?
p<>. «Il presidente Berlusconi si era già espresso in questo senso. Mi auguro che a questo punto ci sia una presa di posizione da parte del governo. Chiaramente non sulle scelte industriali, ma sulla scelta di un partner che condiziona lo sviluppo del Paese. Anche perché c‘è un altro rischio immediato non solo per Malpensa ma per tutta Italia».

Quale?
«Dal 13 gennaio si bloccherà l’attività cargo di Malpensa perché Alitalia smetterà il traffico merci. Sa quante merci passano a Malpensa? Il 50 per cento dell’intera Italia. Dal 13 dovranno transitare su altri scali, come Parigi. Con tutto il rispetto per le scelte industriali non credo che le nostre merci avranno la priorità su quelle francesi. Sarebbe infatti una scelta devastante anche dal punto di vista occupazionale, con metà dei lavoratori messi in mobilità e un incremento della cassa integrazione per Sea del 15 per cento. Sarebbe una crisi più grave di quella dell’Alfa di Arese».

Allarme occupazione?
«Molto forte. Chiaramente è stato giusto pensare ai lavoratori di Alitalia. Ma adesso il governo non può non occuparsi dei lavoratori di Milano e Varese. Qualche volta si ha l’impressione che esistano lavoratori di serie A e di serie B».

Alitalia si dice disposta a tornare su Malpensa ma chiede la trasformazione di Linate in city airport.
«Non abbiamo mai messo preclusioni alla riconfigurazione di Linate. Il ragionamento di Cai è corretto, ma anche su questo pesa il fattore tempo. Con Lufthansa ci sarebbe infatti una revisione graduale dello spazio di Linate mentre il nuovo piano operativo Alitalia, che sembra assecondare la strategia francocentrica di Air France, prevede che a Malpensa si passi dai 1250 voli settimanali di marzo a 201. È assurdo: si abbandona Malpensa e si chiede insieme la chiusura di Linate. Di fronte a ciò è impensabile chiedere un ridimensionamento immediato di Linate. Sarebbe come dire che Milano resta separata dal mondo e dal resto d’Italia. Se riduciamo Linate vorrà dire che Milano sarà collegata solo con Roma e Bari e forse Catania e Palermo».

_Che fine ha fatto la richiesta di liberalizzare gli slot di Malpensa? _
«Il tema delle liberalizzazioni può essere considerato, ma in seconda battuta anche perché c‘è un problema di tempi e qui è in gioco l’interesse del Paese. Ma bloccare le liberalizzazioni sarebbe un suicidio».

Molti degli imprenditori che adesso sono nella cordata Alitalia ai tempi della mancata vendita ad Air France erano molto preoccupati per la penalizzazione del Nord. Ora?
«A parte Assolombarda e Unione del Commercio, ora sento un grande silenzio».
Da Il Corriere.it