Rivalità tra Malpensa e Linate: la nostra proposta

12 Aprile 2012
Malpensa: la soluzione è tornando alle origini?

Malpensa cosa significa? Espansione, inquinamento, rumore, alberi da salvare, biodiversità da difendere, parchi da non distruggere, tante preoccupazioni, tanti patemi d’animo. Tribolazioni legittime, doverosamente degne di rispetto, senza ombra di dubbio, assolutamente senza ironia.
D’altronde si racconta come all’inizio 1800 George Stephenson progettista delle prime brevi linee ferroviarie in Inghilterra dovesse spesso vedersela con contadini che, armati di zappe e forconi, imputavano alla presenza della linea ferrata e delle locomotive ogni forma di imminente catastrofe; sappiamo bene com’è andata a finire. A oggi godiamo dei frutti evoluti del lavoro di Stephenson, mentre i contestatori di allora non hanno certo segnato la storia.

In queste ore i media sottolineano i vari sbocchi che Malpensa potrebbe avere, a proposito della terza pista di cui tanto si parla ed a seconda delle versioni e della sintesi dei titoli: tutti riduttivi e tutti minimali. La terza pista non si farà, si farà forse… si farà se… Evviva. Meno male che Malpensa non s’ingrandisce, magari si riduce ulteriormente!
Inevitabilmente qualcuno esulta, o perlomeno si ritiene momentaneamente appagato. Parecchi altri, forse molti ma molti di più, sono costretti a guardare in faccia la necessità d’un reddito quotidiano, magari modesto ma presente, garantito dall’attività aeroportuale, siamo certi non saranno angosciati da problemi di diversità biologica, alberi secolari ecc.
Già migliaia di posti di lavoro si sono persi o sono ad alto rischio, e continuando questo trend negativo dei volumi di traffico, potrebbe innescarsi una spirale nefasta. Compagnie presenti potrebbero chiedere di spostarsi altrove, oppure diradare le frequenze, altre ancora potrebbero mai arrivare.

Succede in aeroporto, e soprattutto nell’indotto, dove tali perdite sfuggono ad ogni valutazione, sono quasi invisibili perché frazionate in diversissime attività che per tipologia e dimensione, si rendono evanescenti. E per quest’ultimi non esistono quasi mai ammortizzatori sociali di cui stanno godendo altri lavoratori più propriamente aeroportuali. Ammortizzatori che in ogni caso non dureranno in eterno. E poi?

Per tutto questo, ma non solo, per una economia zoppicante e più che mai bisognosa di poter contare su collegamenti diretti a livello globale per persone e merci, Malpensa deve riprendere assolutamente in fretta il suo ruolo di polo primario del trasporto aereo per tutto il Nord Italia.

Questa rinascita, a nostro avviso, può passare solo attraverso una profonda rivisitazione del ruolo di Linate. Dall’aeroporto sull’idroscalo le compagnie più disparate drenano annualmente quasi due milioni di passeggeri verso i loro hubs. Compresa la stessa Alitalia che porta da Milano a Roma parecchie centinaia migliaia di passeggeri. Rotta la MI-RO, che oltretutto vede un indecente monopolio della medesima Alitalia. Ma, soprattutto sulla fuga verso hubs stranieri, quello che si deve valutare è la qualità del traffico in fuga. Traffico composto in altissime percentuali da passeggeri che viaggiano nelle classi superiori. Un esempio per tutti: British Airways acquisisce giornalmente ben il 20% del suo traffico business sulla rotta per New York dalla sola Linate. Sono grossomodo una cinquantina di passeggeri abbondanti che giornalmente fanno la tratta Linate-Londra-New York contro un totale di 12-14 passeggeri che s’imbarcano in business sulla stessa tratta da Malpena. Lufthansa non è a questi livelli ma neppure molto lontana. E poi via via altre compagnie. Insomma il paese del bengodi… degli altri.
Sono miliardi di Euro che annualmente prendono letteralmente il volo verso lidi esteri senza contare il danno indotto sul mondo produttivo della Lombardia ma non solo.
Qual è la strada per porre fine a tale situazione, non solo indecente, ma masochisticamente criminale? Una sola, Limitare drasticamente Linate. In altri paesi hanno scelto e sceglieranno una soluzione molto più semplice e radicale: si apre una nuova struttura aeroportuale? Si chiude quella o quelle vecchie. Berlino tra due mesi aprirà un nuovo aeroporto e contemporaneamente provvederà alla chiusura di tre terminal.
Chiudere completamente Linate, per varie ragioni non è possibile o opportuno?
Bene allora facciamolo diventare un vero ed autentico aeroporto cittadino… Anzi un city airport speciale (city airport non esiste come termine aeronautico ma va tanto di moda).
Nel 1998 il decreto Burlando, a fronte dell’apertura di Malpensa prevedeva la riduzione di Linate alla sola tratta Milano Roma. La UE si oppose ed alla fine ci costrinse ad abbandonar questa strada. La motivazione allora fu che Malpensa non era sufficientemente ed adeguatamente collegata. Ora non è più così. L’accesso da due autostrade, una molteplicità di collegamenti ferroviari sul Terminal 1, la Pedemontana in fase di realizzazione, la progettazione sempre più prossima del collegamento ferroviario T1 – T2 – Gallarate, danno a Malpensa una accessibilità di prim’ordine.
Ora, Linate dal 5 gennaio 2001, opera con limitazioni dettate dal decreto Bersani bis. In sintesi tale decreto permetterebbe un numero limitato di voli da Linate verso un numero limitato di destinazioni. Ma c’è un però. Appunto “permetterebbe”. Di fatto, e non spieghiamo qui i tecnicismi della faccenda, quanto previsto dal decreto viene beatamente ed abbondantemente “eluso” un pò da tutti. Di più, vengono concesse deroghe (vedasi il collegamento con Trieste) che vanificano ulteriormente le ormai remote intenzioni del povero Bersani.

Ad una prima valutazione supponevamo che il rispetto canonico del decreto potesse essere risolutivo. Poi pero abbiamo meglio approfondito e valutato.
Anche volendo riportare l’attività delle compagnie entro i limiti ortodossi previsti dal legislatore, il problema delle fughe non si risolverebbe. Si ridurrebbe il numero dei collegamenti verso hubs stranieri, ma con opportuni aggiustamenti di orario sui pochi collegamenti consentiti le fughe con transiti verso destinazioni remote continuerebbero.
Facciamo altri esercizi di ipotesi. Etichettiamo il bagaglio ed emettiamo biglietti in partenza da Linate per la sola prima destinazione di arrivo? Siamo certi che in pochi mesi le compagnie interessate organizzerebbero la “cattura ed il trasbordo” presso i loro aeroporti. Lo sta facendo SEA a Malpensa per connettere viaggiatori Easyjet da e per il Terminal 2 – Terminal 1, la cosiddetta procedura ViaMilano; perchè altri non lo farebbero? Ricordiamo che Alitalia in primis, guadagnando comunque sui passeggeri originanti dal nostro Paese e trasportati da Air France e KLM senza muovere un dito, spingerebbe comunque per un travaso su queste compagnie, che avvenga a Parigi o in Olanda.
Non rimane che una strategia, difficile, soggetta certamente ad attacchi da parte di gruppi di pressione poderosi, italiani ed esteri, istituzionali e non. La battaglia dovrà essere condotta con la determinazione di dover innanzitutto salvaguardare i nostri interessi italiani. Nei decenni passati abbiamo visto come l’Italia è stata costretta nel campo aviatorio, ma non solo, a sottostare ad ogni forma di dettame comunitario. Questo mentre molti altri politicamente più forti e determinati, si permettevano ogni forma di operazione a salvaguardia dei loro specifici interessi. Noi non abbiamo altresì pretese di dare indicazioni e soluzioni ex cathedra. Vogliamo definirci in senso positivo un “gruppo di divulgazione”, ed in questo ambito esprimere opinioni.

Ebbene riteniamo che la strategia risolutoria possa essere la seguente:

Premessa, mantenere solo le rotte che nel 2011 abbiano superato i 2 milioni di pax, per cui:

1°) Riduzione alla sola tratta Milano Roma, sia Fiumicino che Ciampino;
2°) Eliminare il monopolio su tale tratta, aprendola a tutti, anche ad operatori tipo Easyjet;
3°) Biglietti e gestione bagaglio esclusivamente in funzione del punto 1°;
4°) Conseguente eliminazione dogana;
5°) Extrema ratio: gestione del solo bagaglio a mano;
6°) Valorizzare a Linate l’Aviazione Generale con servizi d’eccellenza super (e relativi introiti);
7°) Ristrutturare Linate gradualmente soprattutto in funzione del punto 6°;

Sarà possibile? Sarà possibile solo in parte? Come detto sopra, è nostra opinione che un ruolo forte e convinto debba assunto dagli organi istituzionali italiani.
In sostanza è d’obbligo tentare e, una volta tanto, cercare con determinazione feroce la difesa dei nostri interessi collettivi rispetto a quelli individuali e particolari.

Alcune valutazioni a latere
Il dimagrimento di Linate determinerebbe uno spostamento di occupazione dall’idroscalo alla brughiera. Con totale riassorbimento di quanti oggi in CIG.
Cosa fattibile.
Con l’accesso di altri operatori sulla Milano Linate-Roma l’utente ne trarrebbe enormi benefici. Crediamo che si possa perfino recuperare parte della clientela ora fuggita verso il treno AV causa tariffe monopolistiche assurde.
Infine il nuovo utilizzo di Linate determinerebbe certamente anche un parziale spostamento su Bergamo, che potrebbe venir preferito a Malpensa sui voli di corto/medio raggio da alcune zone della lombardia orientale: entrambi gli scali se la giocherebbero alla pari senza una distorsione del mercato come quella attuale di Linate.
Malpensa avrebbe tutta la capacità di assorbire quanto spostato così com’è. Teniamo presente la possibilità di usare il terzo satellite oggi in fase di completamento. La massa critica che si raggiungerebbe, però, sarebbe motivo ineludibile per molte altre compagnie di lungo raggio ad operare a Malpensa; anche senza hub carrier. In questo caso l’esempio di Barcellona insegna: 34.6 milioni di passeggeri nel 2011 senza compagnia di riferimento (hub carrier).

Quanto esposto potrà essere un auspicio destinato a rimanere tale o diventare realtà? Non lo sappiamo. In ogni caso ignorare il pesante sottoutilizzo d’una struttura come Malpensa, con tutti i relativi effetti economici e sociali negativi, sarebbe irresponsabile, anche da chi come noi, di Malpensa si occupa con la sola finalità di puro interesse intellettualmente speculativo.
L’Assessore regionale Cattaneo ha già fatto sentire la propria disponibilità su questo argomento e condividiamo quanto sinora espresso: è arrivato il momento di prendere decisioni importanti per il bene di tutta la nostra regione.

Consiglio Direttivo
Associazione Aeroporti Lombardi

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