Scoppia la pace tra Milano e Alitalia
Colaninno: Linate e Malpensa centrali. «Si investe per la prima volta in dieci anni». Arrivano i nuovi aerei
MILANO — Adesso, lei parla di «grandissima soddisfazione e grandissimo orgoglio»: ha avuto quel che voleva, Linate non sarà ridotto a navette Milano- Roma e Malpensa non finirà svuotato, anzi, per cui perché lesinare sui superlativi? «Siamo felicissimi di questa nuova Alitalia». Lui porta a casa, è un po’ più misurato ma la soddisfazione è la stessa: «Con questo accordo dimostriamo che il nostro obiettivo è il benessere del Paese. Era passata l’informazione scorretta che volessimo chiudere Linate. No: investiamo. E svilupperemo Malpensa, accetteremo la concorrenza: sarà il mercato a migliorarci». Insomma: quale «dehubizzazione» in favore di Roma e Parigi? «Milano è centrale. Abbiamo sempre detto che è un’area determinante per il futuro dell’Italia», e dunque via i dubbi: i suoi restano «aeroporti di riferimento».
«Lei» è ovviamente Letizia Moratti, sindaco della capitale del Nord. Lui, altrettanto evidentemente, Roberto Colaninno, presidente della compagnia. Si sono confrontati per mesi. Solo a febbraio erano volate frasi dure. Colaninno: «Siamo un’azienda privata, non possiamo pagare le comodità dei milanesi». Moratti, non più diplomatica: «Se sono privati non si capisce perché debbano contare sul monopolio Milano-Roma». Forse erano solo tattiche negoziali. Forse no. Ora che è scoppiata la pace sono comunque alle spalle. Alitalia a Milano ci resta, e «da vettore di riferimento », avvia potenziamenti, firma con la Sea un accordo quadriennale da 150 milioni salutato così da Giuseppe Bonomi, il presidente della società di gestione: «Oggi chiudiamo la querelle sul futuro: Linate è il salotto di Milano, Malpensa è la sua porta verso il mondo».
p<>. È il punto su cui insiste Colaninno, ribadendo gli «importanti investimenti» in cantiere. Il simbolo è l’Airbus che compare in pista per l’inaugurazione, il primo comprato dall’Alitalia gestione Cai e il primo, anche, degli 80 nuovi aerei promessi da qui al 2011. Simbolo, e occasione per uno spot da par condicio nei trasporti firmato Silvio Berlusconi. Martedì il premier aveva lanciato il Frecciarossa di Trenitalia, berretto da ferroviere per il viaggio Milano-Roma. È (era?) la tratta più redditizia per Alitalia, e quella che oggi affronta per prima la concorrenza: le tre ore di viaggio già svuotano non poco i voli tra le due città. Grana per Colaninno, che però fa il mercatista doc («La competizione fa bene», e per adeguarsi intanto inaugura i nuovi check-in e varchi di sicurezza veloci), e che incassa una promessa. Aveva o no, Berlusconi, fortemente voluto l’operazione Cai? Ora — oggi — può fare solo gli auguri al telefono. Ma arriverà a indossare pure il cappello di pilota: «Mi prenoto per il primo volo del nuovo aereo, dopo il ferroviere farò il presidente aviatore». La foto, prima o poi, arriverà.
Per adesso, Colaninno e l’amministratore delegato Rocco Sabelli archiviano una giornata doppiamente cruciale: l’accordo con Sea arriva nelle stesse ore in cui Air France diventa ufficialmente partner e versa ad Alitalia 323 milioni. «Stiamo studiando anche con loro nuovi sviluppi per Malpensa», annuncia Colaninno mentre Sabelli, al suo fianco, assicura: «Il bilancio dei nostri primi due mesi è incoraggiante. I dipendenti sono encomiabili e i passeggeri stanno tornando: siamo passati da aerei pieni al 42% a un tasso del 56-58%. Non siamo lontani dal 66% del break-even. La partita è difficile, ma si può giocare ».
Raffaella Polato
da Corriere.it