Su Linate, dai media e dai protagonisti

Assessore Raffaele Cattaneo: Malpensa cannibalizzata da Linate

Milano, nel derby degli aeroporti vince Linate

Malpensa ha già perso due milioni di clienti. Passera valuta le soluzioni per riequilibrare il traffico
Dopo Alitalia anche Air France, Klm e Lufthansa hanno lasciato lo scalo bustocco

MILANO – L´eutanasia dolce di Malpensa arriva all´ultimo atto. Sedotta e
abbandonata da Alitalia, accoltellata alle spalle dai suoi (presunti) paladini politici – Silvio Berlusconi e la Lega Nord – e snobbata dalle compagnie aeree mondiali, la prima stazione aeroportuale della regione più ricca d´Europa deve mandar giù in queste settimane il più amaro dei bocconi: la sconfitta nel derby meneghino con Linate. La sfida tra i due scali sembrava un copione da archeologia del trasporto aereo. Un ricordo degli anni ‘90 quando l´Italia – per evitare la concorrenza fratricida – aveva investito un miliardo di euro sullo scalo bustocco, affidando al decreto Burlando il ridimensionamento del rivale della porta accanto. Peccato che le cose siano andate in tutt´altro modo: negli ultimi due lustri Malpensa ha perso due milioni di clienti mentre il Forlanini è balzato in avanti del 50%: da 6 a 9. E il trend ha iniziato ad accelerare a ritmi preoccupanti negli ultimi mesi. Dopo il tradimento di Alitalia – che si è trasferita armi e bagagli a Fiumicino – molti altri big hanno deciso di lasciare la brughiera spostando i loro voli in riva all´Idroscalo. L´hanno fatto Air France e Klm, sfruttando gli slot a Linate messi a disposizione dalla compagnia italiana. Lufthansa ha trasferito altrove in Europa gli otto aerei che facevano base nel varesotto, rinunciando all´idea di avere qui il suo quarto hub continentale. E Davide ha ripreso a rubare traffico a Golia: da ottobre a oggi Malpensa perde, con preoccupante regolarità, il 5% di traffico al mese, mentre Linate cresce in media del 4,8%. Avanti di questo passo, lo scalo bustocco vedrà svanire nel nulla nel 2012 un milione di passeggeri, di cui almeno 500mila persi in favore del rivale. Negli ultimi mesi i transiti nel grande hub aereo del Nord Italia – malgrado i lodevoli sforzi del management e l´arrivo di un po´ di compagnie dal Golfo e dall´Asia – sono calati del 12%. Mentre quelli al Forlanini, che in base al vecchio decreto Burlando avrebbe dovuto essere ridotto a base per il Roma-Milano, sono raddoppiati. Di più: a puntellare i dati di Malpensa è il boom di easyJet, la low cost che oggi le garantisce quasi un terzo del traffico. L´orologio del trasporto aereo lombardo, insomma, sembra tornato indietro di dieci anni. I milanesi non hanno faticato a farsene una ragione: Alitalia ha spostato i suoi voli intercontinentali a Roma. E se proprio devi andare in giro per il mondo – visto che uno scalo è quasi obbligatorio – meglio partire da Linate (5 km. in linea d´aria dalla Madonnina) che imbarcarsi nel trasferimento verso l´aeroporto varesino lungo le trafficatissime autostrade lombarde. La politica invece – con Malpensa che rischia di trasformarsi in una cattedrale nel deserto – è più preoccupata e sta studiando in queste settimane se e come intervenire per bloccare l´emorragia di traffico su Linate. Dove tra l´altro gli slot sono già saturi e ci sono 54mila richieste di diritti di volo in lista d´attesa. Le idee finite sul tavolo di Corrado Passera (che avrebbe già acceso un faro sul dossier) sono due: una terapia d´urto – lasciare a Linate solo il Milano-Roma – e un´ipotesi più soft: trasformare il Forlanini in uno scalo per voli nazionali, trasferendo quelli per l´estero verso la Malpensa. Niente di nuovo sotto il sole. La stessa ricetta proposta che a metà degli anni ‘90 fu affondata dalle resistenze locali, mentre Oslo, Stoccolma, Atene, Monaco e Berlino – città dove la politica riesce a spiegare meglio i suoi progetti – hanno chiuso senza drammi l´aeroporto in città per far decollare lo scalo intercontinentale. Il problema è che il peggior nemio di Malpensa sono proprio i suoi presunti amici. Silvio Berlusconi e la Lega hanno vinto le ultime elezioni giocando la carta delle difesa dello scalo bustocco. Salvo poi cedere Alitalia a una cordata italiana che ha trasferito i voli a Roma. Ai nuovi soci della compagnia di bandiera è stato garantito, senza che il vulcanico Umberto Bossi proferisse verbo, un ombrello anti-trust di tre anni che ha azzoppato Milano. Il governo del Cavaliere prima e Corrado Passera oggi (pivot con IntesaSanpaolo della cordata di patrioti che ha rilevato Alitalia) negano da tempo l´ok a Singapore Airlines per proseguire i suoi voli da Milano fino a New York per evitare di disturbare Alitalia. Non c´è da stupirsi se i rapporti di forza nel derby degli scali milanesi si sono di nuovo ribaltati. E se la delegazione Ue in visita giovedì scorso nel nostro Paese per parlare del futuro del traffico aereo in Italia si è dimenticata, nelle sue slide, di citare Malpensa. A Milano, per Bruxelles, c´è solo Linate.

fonte Repubblica.it 26 marzo 2012

Cattaneo: “Malpensa perde colpi. Ridimensioniamo Linate”

“Pisapia deve fare quel che non è stata capace di fare la Moratti”. L’assessore lancia una sfida alla giunta di Milano affermando che la Regione farà la sua parte

«Pisapia deve fare quel che non è stata capace di fare la Moratti: visti i dati dell’ultimo periodo, l’unica soluzione per far crescere Malpensa è ridimensionare Linate». L’assessore alle infrastrutture di Regione Lombardia Raffaele Cattaneo parla chiaro e chiede una scelta drastica per rilanciare Malpensa ed evitare che scivoli in una fase di crisi. Cattaneo è intervenuto al convegno Varese 20-20, ma l’attenzione è tutta rivolta a Malpensa, in un momento delicato anche a fronte dei mutamenti nelle quote azionarie, con la possibile nuova cessione ai privati (fondo F2i) di quote oggi in mano al socio di maggioranza assoluta, il Comune di Milano.

Cattaneo parte da un’osservazione reale, affrontata di petto: «Ho avuto modo di riflettere sui dati più recenti di Malpensa: per la prima volta Malpensa sta davvero perdendo colpi, non c’era mai stata una riduzione così significativa dei passeggeri e del traffico in passato. È il segno che l’andamento di Malpensa non va bene, è critico». Per questo l’assessorato infrastrutture e trasporti ha riunito il comitato tecnico-scientifico per una valutazione delle possibili soluzioni, arrivando a quello che in Regione (ma anche negli ambienti degli appassionati di aviazione) è considerato il nodo centrale: «Tutti gli esperti hanno dato unica soluzione possibile: è giunto il momento di evitare la cannibalizzazione di Malpensa da parte di Linate. È giunto cioè il momento di prendere in seria considerazione l’ipotesi di ridimensionare Linate come era all’inizio con il decreto Bersani e ancora prima Burlando». Erano gli albori di Malpensa2000 e il governo aveva stabilito per decreto la riorganizzazione degli aeroporti lombardi, che avrebbe lasciato a Linate solo la navetta Milano-Roma. Ma le cose sono andate diversamente.

Certo, fino ad oggi poco si è fatto per contrastare questa dinamica che ha favorito Linate. Perché? Cattaneo individua le responsabilità nella «lobby delle compagnie europee» che «usando come scusa che Malpensa non era ben mal collegata impedì di proseguire su quella strada che aveva fatto crescere esponenzialmente Malpensa», vale a dire la creazione di un hub e il declassamento di Linate a solo aeroporto cittadino per la navetta con la Capotale. Secondo Cattaneo il quadro attuale è però cambiato: «Oggi quella ragione è venuta meno: Malpensa è collegata come si deve e dunque si deve riprendere quella riflessione. La Regione questa linea l’ha tenuta per molto tempo, ma non l’ha spuntata per l’opposizione dell’amministrazione comunale di Milano e della “pancia” dei milanesi». Ora, dopo l’uscita di scena della maggioranza di centrodestra, l’assessore regionale (che è anche consigliere d’amministrazione di Sea) chiede invece all’amminstrazione guidata da Giuliano Pisapia una scelta radicale e – per certi versi – impopolare: «Credo che la nuova amministrazione comunale di Milano possa dimostrare se ha davvero a cuore lo sviluppo del territorio o se preferisce “lisciare” la pancia dei milanesi pagando un prezzo altissimo come la sconfitta dell’aeroporto di Malpensa».

Videointervento di Bonomi sul caso Linate

Condividi