Terza pista si, terza pista no…

Terza pista si, terza pista no.

Dopo le dichiarazioni rese ieri 11 Aprile,in occasione dell’audizione commissione Ambiente Comune di Milano dal Dott. Del Bianco responsabile relazioni esterne di SEA, i media si sono scatenati.
Vari titoli ad effetto. Alcuni con rassegnazione d’un addio tombale, altri titoli che lasciavano intravedere una rinuncia sine die alla realizzazione di nuove infrastrutture a MXP.
Noi eravamo presenti ed abbiamo videoregistrato il tutto.
Proponiamo la dichiarazione di Del Bianco che ha scatenato così tante e variegate interpretazioni, Unitamente al video vi proponiamo alcuni articoli pubblicati in merito.
A voi le conclusioni.

Se ne riparlerà fra tre anni, dopo Expo. Al momento le dimensioni dello scalo sono sufficienti ad assorbile il traffico di 19 milioni di personedi Maria Sorbi

Per quelli che hanno sperato fino all’ultimo in un riscatto di Malpensa su Fiumicino è una doccia fredda. La terza pista non verrà mai costruita.
O meglio, se proprio si vuole lasciare aperto un piccolo spiraglio, si può dire che se ne riparlerà dopo Expo. Insomma, dopo l’addio di Alitalia, dopo l’abbandono di Lufthansa, di Air France e il ridimensionamento, Malpensa incassa un altro colpo. Per la gioia degli ambientalisti. A dare l’annuncio, in commissione Mobilità a Palazzo Marino, è stato il direttore delle relazioni esterne di Sea (la società che gestisce l’aeroporto), Claudio Del Bianco: «Se le previsioni sono sbagliate e rimangono gli attuali livelli di traffico noi la terza pista di Malpensa non la facciamo». In sostanza, non ci sono abbastanza passeggeri. Quindi la terza pista non servirebbe e sarebbe un costo sproporzionato da sostenere.
La decisione di costruire una nuova pista, la terza appunto, per l’aeroporto di Malpensa è legata alle previsioni di passeggeri che transiteranno dallo scalo e al conseguente numero di atterraggi e decolli giornaliero. Le due attuali piste consentono all’aeroporto varesino di gestire circa 24 milioni di passeggeri l’anno e quasi 800 movimenti al giorno. Oltre queste soglie «si porrebbe seriamente il problema» della nuova pista. Una condizione che però, anche se venissero rispettate le più ottimistiche previsioni, non si raggiungerebbe prima di «tre anni» e quindi soltanto dopo il 2015. Al momento infatti, dati 2011, il numero di passeggeri a Malpensa si attesta a 19 milioni (erano 24 milioni nel 2007) e i movimenti giornalieri si fermano a 500. «Il masterplan di Malpensa serve a prevedere come intercettare la domanda di traffico nel prossimo futuro» spiega Del Bianco, e a «essere pronti nel caso ci fossero le condizioni» che richiederebbero l’opera. Se ne riparlerà tra qualche anno quindi. Se sarà il caso.

Il Giornale.it

Altro esempio:

Malpensa, arriva il no della Sea“Non costruiamo la terza pista”

La società: “Se il numero di passeggeri resta quello attuale sarebbe un costo inutile”
Il Fai e i comitati soddisfatti: “È una nostra battaglia, speriamo che il no sia definitiva”
di ANNA CIRILLO

E’ la prima volta che Sea lo dice, e per chi ha combattuto in questi anni tante battaglie per difendere il territorio è una bella notizia. «Con gli attuali livelli di traffico a Malpensa la terza pista non la facciamo». E così sarà se «nel futuro il numero dei passeggeri resterà quello di oggi» hanno detto i rappresentanti di Sea in audizione in commissione Mobilità e ambiente a Palazzo Marino. Perché il progetto possa partire occorre che i passeggeri passino dagli attuali 19 milioni l’anno a 24, 25 milioni. Ipotizzando un 5 per cento di incremento l’anno, secondo le stime di Sea, questi livelli non sarebbero raggiunti prima di tre anni. «Ma siamo anche in crisi economica — ha spiegato Claudio Del Bianco, direttore delle relazioni esterne della società davanti alla commissione e agli amministratori e comitati cittadini dell’area Malpensa contrari al progetto — . Nel piano industriale la terza pista era preventivata entro il 2015 e al momento è saltato tutto. Se ne riparlerà dopo l’Expo».

«Non possiamo che accogliere con gioia il fatto che la terza pista non si faccia e speriamo che sia una decisione definitiva — commenta Ilaria Borletti Buitoni, presidente del Fai — . Noi non l’abbiamo mai voluta per tutelare l’equilibrio di tutta l’area del Parco del Ticino». «Prendiamo atto che ci hanno dato ragione — aggiunge Domenico Finiguerra, ex primo cittadino di Cassinetta e ora candidato sindaco di Abbiategrasso — . Noi, amministratori, ambientalisti e comitati, sosteniamo da anni che la terza pista non serve. E anche quello che ora dice Sea, cioè la non sostenibilità dal punto di vista economico». Per Finiguerra sarà anche molto difficile che l’aeroporto raggiunga i livelli di passeggeri necessari.

Più cauto Walter Girardi, del comitato “Viva via Gaggio” (la strada in mezzo alla campagna a Lonate Pozzolo che rientra in pieno nel progetto) e che ieri era presente all’audizione. «L’abbiamo chiesta noi dei comitati contrari alla pista — spiega — . Sea ha risposto alle nostre osservazioni e la risposta che ha dato non mi convince per niente. C’è una procedura di valutazione di impatto ambientale aperta al ministero dell’Ambiente, che dovrà dire se il progetto si può realizzare o meno. Se dirà di sì, Sea diventerà proprietaria dell’area e potrà farci quello che vuole. Potrà costruire senza nessun’altra autorizzazione. Finché non arriva quel parere, quindi, noi non siamo tranquilli. Invitiamo Sea e il Comune di Milano, azionista di maggioranza, a ritirare il progetto senza aspettare il parere del Ministero, e a lavorare tutti insieme per far diventare Malpensa compatibile con il territorio».
(12 aprile 2012)
La Repubblica

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