A proposito di Fiumicino

A proposito della presentazione del masterplan dello sviluppo di Fiumicino . denominato Fiumicino2 o Fiumicino Nord

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di KittyHawk dal Forum

Per essere correttamente compreso, il masterplan di Fiumicino va inquadrato tenendo conto di alcuni fattori, molti dei quali già espressi.

Il primo è che FCO garantisce più posti di lavoro, e più voti, rispetto ad AZ. Quindi si è ribaltata la forza politica dei due soggetti. Se fino a non molto tempo fa la capacità di manovra dell’aeroporto era penalizzata dal fatto che bisognava proteggere e avvantaggiare Alitalia a prescindere, ad esempio tenendo basse le tariffe aeroportuali, ora non lo è più. Sono aumentate le tariffe e non ci si fa scrupolo di ben accogliere compagnie aeree che sono in diretta concorrenza con la ex compagnia di bandiera. Non che Alitalia non sia assolutamente importante, ma ormai, pur contando per un terzo circa del traffico, non è molto diversa da una Easyjet, che a Malpensa incide per una percentuale simile sul traffico dell’aeroporto nella brughiera. Negli hub “seri” la compagnia di riferimento supera di gran lunga questa percentuale. A ben vedere, percentualmente Alitalia è più importante a Linate che a Fiumicino, tant’è che la compagnia romana definisce l’aeroporto in fondo a viale Forlanini suo hub, senza alcun senso del ridicolo.
Alitalia e AdR sono costrette a convivere ma hanno interessi evidentemente contrapposti. Alitalia vorrebbe un aeroporto ammodernato per le sue esigenze ma che non si espande, per evitare di avere concorrenza in casa. AdR vuole aumentare passeggeri e fatturato, ma sa che non potrà essere Alitalia ad aiutarla in questo senso. Quanto meno non potrà farlo in un futuro a breve-medio termine. Per il futuro a lungo termine c’è la fantascienza. Ovviamente nessuno deve dire che l’imperatore è nudo e minacciare soluzioni alternative, per non fare la fine di Cassano.

Quelli appena descritti sono solo gli aspetti prettamente aviatori, per così dire. Ma il masterplan è molto, molto di più. Significa lavori privati e appalti pubblici, assunzioni e commesse per gli amici, favori e, nella miglior tradizione italica, mazzette allegramente distribuite. C’è tutto un bosco e sottobosco capitolino e pure italiano che non aspetta altro. Che ciò che si realizzerà serva o possa servire a sviluppare l’aviazione civile italiana è, nelle loro menti, un aspetto secondario. Teniamolo in conto. L’importante è incassare, non fare.
Tutto sommato, non si può neppure negare alla Magistratura la speranza, o meglio la certezza, di avere lavoro in futuro.

Infine c’è la parziale vendita di AdR. Come tutti i venditori che si rispettino, anche i protagonisti italiani hanno venduto, o stanno vendendo, agli acquirenti stranieri un “sogno”. Un complesso aeroportuale e delle strutture pubbliche accessorie che esistono solo sulla carta e degli aumenti di traffico da allegra presentazione in PowerPoint. Il loro scopo è massimizzare gli incassi, ora. Per realizzare quanto si sta promettendo c’è sempre tempo.

Considerando lo scenario appena descritto, ogni minaccia che possa intralciare i piani previsti deve necessariamente essere neutralizzata. E l’aeroporto di Malpensa rientra a pieno titolo tra le minacce, perché potrebbe rendere meno credibili o addirittura invalidare alcuni presupposti su cui si basa tutta l’operazione. Ma lo stesso trattamento lo riceverebbe anche l’aeroporto di Perugia, se per malaugurata ipotesi dovesse dar fastidio.