Alitalia, redditività, questa sconosciuta…

Riprendiamo dal forum alcune battute e considerazioni interessanti da parte di alcuni utenti

‘belumosi” ha scritto’: Redditività ( riferimento Alitalia) è una parola che al momento non c’entra nulla con AZ.
Il punto è che l’azienda riesce a vendere i biglietti nazionali al prezzo più alto a LIN, ergo LIN non si chiude e qualora AZ decidesse di fare un passo indietro, affitterebbe gli slot ad altri che farebbero certamente più danni.
E visto che perde soldi persino a LIN nonostante gli yield più alti, se anche per grazia divina qualcuno chiudesse l’idroscalo, la possibilità che AZ trasferisca i voli di breve medio raggio a MXP dove perderebbe ancora più soldi, è praticamente nulla.

‘Considerazione di “malpensante’
I voli Alitalia da Linate sono prevalentemente nazionali, proprio perché frutto della fusione del proprio network con quello di AirOne che era prettamente domestico.

Tutti conosciamo la situazione del volo per Roma, Trenitalia e NTV hanno immesso un’enorme quantità di posti sul mercato e i 700 euro A/R per un biglietto open sono un lontano ricordo. Anche per Napoli chi non deve tornare in giornata spesso opta per il treno. Restano Pescara, mercato piccolo, Sicilia, Puglia, Sardegna e Calabria, zone che hanno subito pesantemente la crisi e che contemporaneamente vedono con estremo favore le tariffe più basse delle low cost, a cui Alitalia si è dovuta adeguare.

All’80% si tratta di un mercato che vuole il prezzo più basso possibile, che non è diretto solo a Milano città in taxi, quindi riempire tanti aerei solo di passeggeri disposti a pagare un sovrapprezzo consistente per Linate è impossibile. Ce ne sono alcuni, ma disposti a pagare un piccolo premio e peggio sarà quando arriverà il Malpensa Express al T2 e quando Ryanair inizierà ad offrire tanti voli per la Sicilia da Malpensa.

Il network internazionale di Alitalia è diviso fra le destinazioni in cui deve lottare con chi riempie i voli di passeggeri in transito per gli intercontinentali, Londra che è un caso a parte e i voli verso gli hub amici di CDG, AMS, per cui riceve parecchi soldi per il disturbo (e l’uso degli slot) e in sottordine gli altri aeroporti della disastrata air berlin-NIKI.

Salvo rare eccezioni i voli da LIN dei concorrenti sono prevalentemente dei feed, che rendono molto difficile l’ambizione di Alitalia di recuperare passeggeri italiani fuori dall’hub de noantri, a basso yield e senza cargo di Fiumicino.

Alitalia a Linate perde soldi, a me Hogan disse che era sicuro di tornare in equilibrio tagliando i costi, ma non credo che fosse così fesso da crederci. È in una strada senza uscita, resta solo da capire se avrà voglia di restare e pagare le perdite per non ammettere la sconfitta.

Immaginate che cosa farebbero Ryanair e easyJet da Linate, con O’Leary che scatena le Regioni contro Delrio per recuperare 2,50 euro di tassa a passeggero. Potendo far pagare da LIN 10 euro a passeggero in più sui biglietti, la butto lì, rispetto a Orio o Malpensa, farebbero soldi a palate.

Un’Alitalia low cost salvo i voli feed per FCO, CDG e AMS, più Londra, potrebbe funzionare bene a Linate e arricchirsi, ma dovrebbe avere i costi di Ryanair. Così com’è è solo una vecchia signora in rosso.

Non è improbabile che Ryanair decida di crescere decisamente a Malpensa. Sarebbero guai per easyJet, che però al momento fa prezzi molto elevati, ma può abbassarli e pure per Alitalia, che se abbassa i prezzi va invece in perdita.

easyJet si accontenta del consistente margine fra i propri costi abbastanza bassi e i prezzi, che fanno male ad Alitalia, ma non troppo, la strategia di Ryanair è invece chiaramente offensiva, far male ad Alitalia e costringerla a perdite insostenibili o ritirarsi. Quando inizierà pure a offrire transiti (perché, visto che ha gli aerei pieni? Per bastonare Alitalia e farla battere in ritirata) ci sarà da ridere.

Spanna ha scritto:
Alitalia non può abbandonare Linate ne’ rilasciando gli slot ne’ affittandoli a terzi, per nessun motivo. Pena la perdita dello status di compagnia aerea rappresentativa della nazione, diventare una delle tante compagnie alla stregua di una meridiana qualsiasi, e la conseguente perdita degli appoggi governativi di cui gode, con annesse banche e poste forzate dal governo a buttar via i loro quattrini per farla sopravvivere. Alitalia è una creatura al 100% politica, non può sopravvivere senza l’appoggio della politica, e non può permettersi di togliere voli senza il permesso della politica. I voli su Linate sono proprio ciò che la politica gli chiede per mantenergli l’appoggio, insieme all’hub su fco. Non sono bastati oltre 8 anni di perdite dal dehub di mxp per far cambiare idea al governo, e non si sa quanti ancora ne serviranno. Certo è che fino a che la strategia rimarrà questa le perdite non diminuiranno, ed anzi potranno solo peggiorare. Lo dimostra la scelta di chiudere il volo su mosca, una decisione presa dal management sicuramente in virtu’ di una non redditività della rotta, quindi da un punto di vista pratico giustificabile, e coerente con la strategia. Una decisione che però non farà altro che aggravare la situazione di AZ a Milano, con il mondo del business che trova sempre meno voli a sua disposizione e che di conseguenza sarà costretto ancora di più a cercare alternative altrove. Il governo e la politica non capiscono che con la loro strategia miope si stanno alienando il mercato interno il quale comunque, magari a fatica, troverà una soluzione alle proprie necessità, e le troverà lontano da alitalia. Dal canto suo il management, di espressione australoaraba, non può far altro che accettare i limiti imposti dai proprietari e lavorare all’interno di tali limiti per ottenere quanto meno dei risultati parziali. Prima di tutto risultati sui feederaggi ad AUH e sulle sinergie con AB. Il notevole investimento sulla lounge di MXP ha questo di obiettivo: far pagare ad alitalia un costo i cui profitti verranno sostanzialmente raccolti da EY, che potrà offrire transiti da AUH in partenza da MXP con il massimo del comfort. In ottica alitalia investire su una lounge e poi togliere voli non ha nessun senso. In ottica EY, ne ha eccome. Quanto alle sinergie con AB, non penso ad una fusione, quanto a fare in modo che i voli di Linate (ma anche FCO) invece che su AMS e CDG si dirigano preferenzialmente con il loro prezioso carico di feed verso TXL e DUS. Quest’obiettivo si ottiene allentando i legami con AFKLM, in particolare per i voli da Linate. Che questa decisione possa in pratica ulteriormente danneggiare i clienti alitalia di Milano e Lombardia, ed in pratica anche alitalia stessa, al management non interessa affatto. Quello che interessa è che ne beneficerà AB. Poverina, con quei conti ne ha estremamente bisogno.