Bridge Linate-Malpensa prova generale per un futuro di Malpensa

Per tre mesi Malpensa ha potuto usufruire d’una finestra nel futuro

Conclusosi il cosiddetto Bridge, e cioè il trasferimento in blocco di tutto il traffico di Linate a Malpensa per tre mesi, riteniamo dover fare alcune considerazioni. Abbiamo aspettato qualche giorno in attesa che l’enfasi mediatica tutta focalizzata sulla riapertura del City Airport si diradasse.

A nostro avviso la complessa operazione Bridge è stata organizzata, condotta e si è conclusa nel modo migliore, risultato non scontato.

Va dato atto a tutti gli organi coinvolti, SEA, ENAV, ENAC in primis, partendo dai vertici fino all’ultimo attore sul campo, l’aver operato in modo eccellente. Certo, a Malpensa ci sono state delle criticità, sarebbe presuntuoso e disonesto negarlo, ma è il quadro complessivo che va valutato. Noi abbiamo attivato una apposita sezione del nostro forum per monitorare, come osservatori, l’evolversi della situazione attraverso testimonianze dirette di viaggiatori nostri iscritti, per lo più frequent flyer piuttosto attenti ed esigenti. Dopo oltre mille commenti e oltre centomila visualizzazioni, il quadro che ne scaturisce deve considerarsi nel complesso positivo. Certo ci sono stati dei momenti critici, tra l’altro nei controlli sicurezza e riconsegna bagagli, altro punto debole è risultato essere il numero insufficiente di jet-bridge (i cosiddetti fingers) soprattutto in certi orari. Carenza, questa dei jet bridge che comunque riteniamo essere presente a prescindere dal periodo in esame e che determina imbarchi (e sbarchi) da aeromobili in parcheggio remoto con relativi spostamenti in piazzale con il bus, ma in fondo nulla che possa far degradare il giudizio finale complessivo sulla gestione durante il periodo interessato.

Detto ciò ci saremmo aspettati dai media un giusto riconoscimento di come la struttura Malpensa abbia reagito all’aumento del traffico di oltre il 30% nel giro d’una sola nottata, superando una prova che più severa non poteva essere.

A prescindere dalle valutazioni qualitative sul periodo “Bridge” ci piace anche trarne proiezioni numeriche da valutarsi in prospettiva. Riteniamo, nostro modesto parere, che quanto accaduto la scorsa estate sia stata una eccellente finestra su un possibile futuro. Al netto dal trasferimento per tre mesi del traffico di Linate, quest’anno Malpensa si attesterà all’incirca attorno i 26 milioni e oltre di passeggeri. Prevedendo una successiva crescita annua molto, ma veramente molto prudente del 5%, arriveremmo nel giro di 4 anni ad avere dei numeri pari a quelli che avremmo avuto quest’anno supponendo il carico dei tre mesi del Bridge sull’intero anno. Quindi abbiamo potuto constatare cosa dovrà affrontare Malpensa e i relativi aggiornamenti strutturali necessari. Considerando poi di come la burocrazia, sperando sia solo quella, riesca a rallentare ed azzoppare una qualsiasi opera, ci aspettiamo in un prossimo futuro qualche segnale in merito. Fin dalla apertura del Terminal 1 nell’ormai lontano 1998 Malpensa non è mai stata avare di cambiamenti e novità, cosa che ha sempre mantenuto vivo il nostro interesse, spesso critico, ma sempre caratterizzato dal desiderio che il “nostro” aeroporto possa funzionare svilupparsi al meglio. Desiderio che non nasce solo da nostra passione ma anche e soprattutto dalla convinzione di quanto Malpensa sia importante in modo diretto ed indiretto per l’economia d’una zona vitale per tutto il Paese.