Considerazioni su struttura HUB in EU

Da un intervento nel forum di “malpensante”

Per fare veramente la linea aerea hub & spoke in Europa puoi essere in alternativa:
1) una linea aerea globale, con voli intercontinentali verso tutto il mondo e feed di pax da tutta l’Europa, diretti verso tutto il mondo
2) una linea aerea specializzata nei voli intercontinentali verso un’area geografica, con feed di pax conseguente

La linea aerea tipo 1 deve trovarsi il più possibile al centro del mercato europeo, per minimizzare lunghezza, durata e costo dei voli feed, che per essere riempiti devono ospitare pax diretti in tutto il mondo. A Roma è antieconomico riempire i voli feed, perché la rete intercontinentale è scarsa e la posizione geografica è svantaggiata.
La linea aerea di tipo 2 deve avere hub non al centro del continente, ma a un’estremità e aspirare a servire quella direttrice per cui è “sulla strada”. Così funzionano Finnair per l’Asia a Helsinki, Iberia e Air Europa a Madrid per l’America Latina, TAP a Lisbona per il Brasile e di fatto anche BA a Heathrow per gli USA e in parte Aeroflot a Mosca e Turkish a Istanbul.

Roma ha come unico asset l’elevato traffico turistico incoming in alta stagione, manca di traffico business intercontinentale O/D e di cargo, soffre di alta stagionalità e soprattutto è circondata più dal mare che da terre abitate da popolazione densa e ricca. Apparentemente ha un vantaggio geografico verso l’Africa, ma si tratta di rotte molto sottili e quel vantaggio si perde con l’assenza di O/D (che ha Parigi) e la concorrenza di hub come Istanbul e quelli del Golfo.

In pratica funziona solo per il traffico O/D da/per Roma e, come hub, per chi vola da sud Italia, Israele e Grecia verso le Americhe, nonché da nord Italia e Spagna verso San Paolo, Rio e Buenos Aires, come alternativa agli hub iberici. Questo NON basta a riempire più ondate di feed da zone diverse. Al mercato core dell’Europa occidentale e centrale Roma può interessare soltanto in direzione Brasile e Argentina, dove comunque non avrà mai il primato, se confrontata con Madrid e Lisbona. La presenza delle linee aeree del Golfo e di Turkish la mette completamente fuori gioco in direzione Asia. La ciliegina sulla torta è l’impossibilità di funzionare come hub per il traffico fra il ben più ricco nord Italia e l’America del Nord.

In conclusione la rete intercontinentale efficiente per un’Alitalia basata a Roma Fiumicino è limitata e impossibile da sviluppare, infatti le destinazioni aperte negli ultimi anni, che pure hanno visto traffico ai record storici, sono TUTTE risultate fallimentari. Da lì non si scappa. Il problema di Alitalia è che non se ne vuole prendere atto e non la si vuole ridimensionare.

Le scelte politiche di questi giorni vogliono rilanciare il suo ruolo nel corto/medio raggio, dandole una dote esagerata e mettendo i bastoni fra le ruote delle stesse low cost, ma la dote tenderà ad esaurirsi e il divario di produttività ed efficienza fra un’Alitalia ora più che mai comandata dai sindacati e le linee aeree point-to-point è incolmabile e anzi tenderà ad aumentare, con queste che avranno in flotta NB da 230 posti. Stiamo assistendo ad una operazione antistorica, che accoppia ad un paio di decisioni corrette sul lungo raggio (riduzione della rete, omogeneizzazione e rinnovo della flotta WB) la testardaggine di fare hub dove ci sono i dipendenti, anziché dove c’è il mercato e di voler far conto sul medio raggio, dove è handicappata dal suo essere legacy. Ribellarsi contro l’esistenza delle low cost è donchisciottesco, anche se il governo approva leggi patetiche a favore della linea aerea che possiede, almeno finché non usciamo dalla UE.

L’insistenza di volare da Linate e di accaparrarsi le rotte di continuità territoriale dalle isole lasciano il tempo che trovano, perché comunque il corto/medio raggio point-to-point non è e non sarà mai più il mestiere di un network carrier.

Resta la questione alleanze, Air France-KLM è e può solo essere il partner sbagliato, perché non porta nessun traffico. Aspira e basta. Almeno i tanti vettori Star potrebbero, invece che solo aspirare nei loro tanti voli verso Roma, portare traffico in direzione Sudamerica.