Fine di AIRITALY, analisi e commenti

Dopo lo stop ai voli (vedere QUI) e relativa liquidazione (vedere QUI) ENAC dispone sospensione licenza di volo a AIR ITALY

La fine della compagnia aerea nata dalla “evoluzione” di Meridiana merita da parte nostra una attenta analisi ed una serie di valutazioni. Intendiamo prescindere dal fatto in sé, ma dare una visione delle anomalie che caratterizzano da anni il trasporto aereo in Italia.

Dal forum proponiamo una serie d’interventi significativi sull’argomento.

Iniziamo con l’utente KittyHawk che riporta un articolo dal settimanale Panorama dal quale forniamo testo. A seguire poi interessanti commenti qui parzialmente riportati ma meritevoli di ulteriore attenzione QUI nel FORUM

La vicenda Air Italy e la fine del nostro trasporto aereo passato da 20 a 4 compagnie

Fine dei giochi, anche sul piano formale. L’Ente nazionale per l’aviazione civile (Enac) ha sospeso la licenza di trasporto aereo della compagnia Air Italy, ovvero l’ex Meridiana che due anni fa fu riportata in azione con un nuovo vestito e il capitale di Qatar Airways. La società, in liquidazione dall’undici febbraio scorso, dal 25 agosto scorso non ha più facoltà di trasportare passeggeri e merci.
Il provvedimento è necessario per legge qualora la compagnia non possa più dimostrare di poter mantenere i presupposti tecnici, finanziari e organizzativi per poter dare continuità alla licenza di trasporto aereo, in primis rispettando le procedure di sicurezza scritte nel proprio manuale organizzativo e in quello operativo. Il progetto di Air Italy prevedeva di portare le finanze in attivo e trasportare diversi milioni di passeggeri entro il 2022, ma se il primo anno di operazioni si era chiuso con 164 milioni di perdite, nel secondo queste erano arrivate a quasi 200, complici alcune scelte poco prudenti sul piano strategico, l’eccessiva esposizione per il lancio di nuovi voli a lungo raggio, la sfortuna per il blocco dei tre Boeing 737Max presenti nella flotta e infine per l’assurda
…[continua]

Commenti:

utente KittyHawak

Articolo pericoloso per il grande pubblico, perché racconta solo verità parziali, cercando di farle passare per verità assolute.
Le quinte libertà sono l’eccezione e non la regola. La fiscalità speciale non rende più efficiente un’azienda o migliore il suo piano industriale sbagliato, le diminuisce solo parzialmente i costi.
Ci sono pochissime nazioni al mondo che consentono che le compagnie aeree siano di totale proprietà straniera. È giusto, è sbagliato? Non importa. Il 50% è una regola comune per tutte le compagnie europee (gli Stati Uniti impongono il 25% per le loro compagnie aeree). C’è chi ha fatto utili, c’è chi ha perso in continuazione per evidente incapacità. Di fronte a quella limitazione si è però aperto concordemente l’intero mercato aereo europeo. Nulla vieta di costituire in Italia una compagnia a totale controllo extracomunitario. Potrà volare senza problemi in tutt’Italia, potrà volare con limitazioni in Europa e nel resto del mondo (ad esempio niente Open Skies con gli Stati Uniti), non potrà volare tra Paesi europei. È una scelta. Se, mi pare, nessuno l’ha fatto è perché, evidentemente, non conviene.
Sulla continuità territoriale ci sarebbe moltissimo da dire. Non sono solo sovvenzioni per calmierare i prezzi – solo per i residenti d’altro canto, per gli altri viaggiatori il problema non si pone – ma anche oneri di servizio assolutamente non trascurabili (frequenze, tipologia di aeromobili e prezzi). Alla fine ci si guadagna o ci si perde? Domanda interessante, come sarebbe interessante sapere perché tanti aeroporti vogliono la continuità territoriale e perché, mi pare, le varie low cost non se ne siano mai presa qualcuna, almeno sulle destinazioni più importanti. Solo un problema politico o, invece, la difficoltà di far quadrare i costi?

utente spanna

Io parlavo dei motivi che hanno portato alla chiusura di IG, l’articolo li presenta così :

l’eccessiva esposizione per il lancio di nuovi voli a lungo raggio, la sfortuna per il blocco dei tre Boeing 737Max presenti nella flotta e infine per l’assurda battaglia sindacale interna del personale per fare di Olbia l’hub della compagnia.

Mi sembra un commento estremamente equilibrato e corretto, soprattutto se lo paragoniamo al mare di caxxate scritte sulla stampa italiana.
C’è poi un’altra causa:

Qatar Airways avrebbe anche messo altri soldi nell’impresa, ma così facendo avrebbe superato la quota azionaria del 50%, limite fissato a livello europeo per consentire a vettori comunitari di operare in Europa.

Anche su questo punto è estremamente raro trovare sulla stampa italiana un’ammissione così esplicita, anche perché gli stessi dipendenti preferiscono prendersela con al baker piuttosto che con l’aga Khan, a torto. Se fosse per al baker IG sarebbe ancora viva e vegeta, in pratica l’ha fatta chiudere l’aga Khan per i motivi sopra esplicitati.
Quanto al discorso della fiscalità, io credo che l’autore si riferisca ai mille balzelli comunali, regionali, provinciali, statali, pro ambiente, pro fondo volo (cioè per pagare i dipendenti alitalia in cassa integrazione) ecc… che gravano in modo pesante sul trasporto aereo e penalizzano il settore. Se non ci fossero sarebbe meglio per tutte le compagnie e quindi a maggior ragione anche per quelle italiane. Non credo che una riforma in questo senso potrebbe salvare alitalia, ma comunque male non gli farebbe.
Quanto alla regola del 50% max di proprietà extracomunitaria, è una regola europea e non credo proprio che Bruxelles la cambierà perché in Italia c’è qualcuno a cui non piace. Countdown verso la dissoluzione della grande meretrice aerea: conteggio iniziato!