È fallita la privatizzazione di Alitalia

È fallita la privatizzazione di Alitalia fatta da Berlusconi, perché Bersani non gliene chiede conto?

19 Febbraio 2013 – Marco Giovanniello

Solo con un’ iniezione di liquidità d’ emergenza, deliberata la scorsa settimana dai soci, si potrà rimpinguare la cassa di Alitalia, prosciugata da anni di perdite ininterrotte, solo così si potranno pagare gli stipendi di marzo.

La tanto vantata, da Silvio Berlusconi, privatizzazione, che ha permesso alla linea aerea, sul finire del 2008, di ripartire senza pagare i vecchi debiti verso fornitori e creditori, di liberarsi di migliaia e migliaia di dipendenti, lasciati sulle spalle del contribuente, di levare di torno la concorrenza di AirOne, addirittura godendo del monopolio nella Linate-Fiumicino che è durato quattro anni e mezzo, è arrivata al paradosso: se tutta l’ operazione era stata organizzata per esibire un’ Alitalia mantenuta sotto il controllo italiano, anziché venduta ad Air France, ora è proprio il rifiuto dei Francesi, che non vogliono rilevare le azioni dei soci italiani, arrivare al 100% e ricapitalizzare, a far rischiare il fallimento.

Se non cambieranno idea presto o al loro posto non interverrà uno zio d’ America, modernamente locato negli Emirati Arabi, Alitalia volerà verso la chiusura e la messa a terra degli aerei. La privatizzazione è fallita.

Il tema Alitalia fu molto importante nella campagna elettorale del 2008, particolarmente con Bossi che prometteva di spaccare montagne per “salvare Malpensa” e poi ha lasciato che Berlusconi e Gianni Letta scavassero la fossa all’ aeroporto della brughiera.

In un Paese normale è normale che in campagna elettorale l’ opposizione chieda conto alla maggioranza uscente delle scelte fatte e della corrispondenza con le promesse della campagna elettorale precedente. Per qualche misterioso motivo invece noi Italiani nelle ultime settimane abbiamo assistito alla rimonta elettorale di Silvio Berlusconi (più che del PdL), senza che Bersani chiedesse conto di nulla a chi ha governato per tre anni e mezzo, senza nemmeno un vago accenno ad esempio ad Alitalia, giusto perché per carità di Patria nessuno da noi ricorda più, al contrario della stampa straniera, che l’ ex premier è accusato di essersi dilettato con “underage prostitutes”.

Bersani dev’ essersi convinto mesi fa di essere il prossimo inquilino di Palazzo Chigi, forse ignora il detto per cui chi entra Papa in conclave ne esce cardinale e non si abbassa a combattere. Forse solo non sa fare molto bene il suo mestiere, ma più probabilmente non può rimproverare molto a Berlusconi, perché tanti sono I punti di contatto, gli “inciuci”. Quella che sembrava essere una dura opposizione tale non era.

Se Colaninno senior è il capo dell’ Alitalia privatizzata da Silvio, Colaninno junior era parlamentare del PD e quasi certamente sarà rieletto, perciò tutti zitti, ma dove sta la differenza fra PD e PdL?

Se Prodi e Padoa Schioppa volevano vendere ad Air France, Berlusconi ha permesso che i Francesi, comprandone solo il 25%, ottenessero quel ridimensionamento di Alitalia che fa solo I loro interessi, gabbando i soci italiani.

Destra e sinistra hanno discusso solo di una cosa senza senso, cioè la nazionalità dei proprietari, ignorando bellamente se la linea aerea, che I cittadini italiani dovevano sostenere svenandosi, serviva oppure no agli interessi nazionali (la risposta, purtroppo, è no).

Berlusconi ha messo in piedi una delle sue tipiche sceneggiate, facendo risorgere a suo dire Alitalia nello stesso modo in cui ha fatto fintamente risorgere L’ Aquila dopo il terremoto e la sinistra gliela fa passare liscia. In campagna elettorale Berlusconi è riuscito ad imporre che si parlasse solo di quella IMU che il suo stesso partito ha votato, anziché dover rispondere di quello che ha mal fatto, sia come politico che come persona.

Se la sinistra vincerà. nonostante la propria abissale incompetenza nel condurre la campagna elettorale, sarà perché almeno una parte degli Italiani avrà deciso, dopo quasi vent’ anni, che piuttosto che alle favole dell’ uomo di Arcore vuole credere a quelle di un nuovo pifferaio magico.
Scritto in mezzo all’ Atlantico a bordo di un aereo Alitalia, chiedendomi perché mio nonno non prese mai la cittadinanza americana.

Ceterum censeo Linate esse delendam

Da LINKIESTA