Pago, non pago, no, forse. Certo che no.

Alitalia LAI, poi Alitalia CAI, Alitalia SAI, ora arriva ITA. Ma le tante “tramontate” Alitalie quanti fornitori hanno lasciato a bocca asciutta strada facendo? Focalizziamoci su quanto non pagato agli aeroporti Italiani.

Ecco il punto di Malpensante dal FORUM.

Leggo in giro un sacco di inesattezze sui debiti dei vari avatar di Alitalia nei confronti degli aeroporti. Le cose stanno così:

1) Il 2 maggio 2017 Alitalia SAI aveva nei confronti di SEA una cifra intorno ai 23 milioni di euro di debiti commerciali. Milioni più, milioni meno, l’ordine di grandezza era quello.

2) Fino a quel momento era in regola con i pagamenti… ma perché il suo contratto prevedeva il pagamento a 180 giorni, agevolazione che costituiva un aiutino probabilmente “consigliato” dalle alte sfere statali.

3) Successivamente i commissari hanno chiesto la revocatoria di 27 milioni pagati da Alitalia a SEA nei mesi precedenti il 2 maggio 2017. SEA naturalmente non li ha restituiti, ma pende la procedura.

4) Alitalia A.S., vale a dire quella cosa che gestisce i voli dal 2 maggio 2017, ha termini di pagamento differenti, se non sbaglio deve pagare a 15 giorni, ma ha smesso di farlo a novembre 2020. In pratica scrocca il servizio da allora e a spanne sono 100.000 (centomila) euro al giorno che si andranno ad accumulare fino al 14 ottobre, con probabilità di recupero dei crediti ZERO.

Volendo pur dimenticare le decine di milioni non pagati da Alitalia LAI e CAI, Alitalia SAI in versione normale e in versione A.S. è costata soltanto a SEA almeno 60 milioni di euro, a cui potrebbero aggiungersi i 27 milioni di revocatoria fallimentare. Il conto per AdR Aeroporti di Roma è da 1,5 a due volte tanto. Aggiungente gli altri aeroporti italiani e il conto totale dell’esproprio proletario di Alitalia SAI arriva certo oltre i 200 milioni di euro. Ciliegina sulla torta è che parte di quella cifra è costituita da tasse che gli aeroporti devono comunque pagare allo Stato.

In pratica oggi, come ogni giorno, Alitalia farà tanti decolli e atterraggi negli aeroporti italiani, relativamente ai quali non pagherà un euro né oggi, né mai e quei voli comporteranno comunque per gli aeroporti il pagamento di tasse alla Repubblica.

Vi chiederete perché gli aeroporti siano stati zitti fino alla settimana scorsa, quando finalmente Borgomeo, capo di Assaeroporti, ha fiatato. Il Codice della Navigazione all’articolo 802 prevede che vengano bloccati gli aerei di chi, tra l’altro, non ha pagato gli oneri aeroportuali e norme analoghe valgono all’estero, tanto che Alitalia certo paga tutto quello che deve agli aeroporti esteri dove fa scalo, altrimenti le verrebbero bloccati gli aerei. In Italia no, perché è noto che, se un concessionario aeroportuale chiedesse di bloccare gli aerei di Alitalia a causa dei debiti non pagati, il suo capo verrebbe denunciato per “interruzione di pubblico servizio”, reato punibile con la reclusione fino a un anno.

Non lo troverete scritto in nessun pezzo di carta con la firma di ENAC, ma questa “moral” suasion è un segreto di Pulcinella. Notate bene che se AdR bloccasse un aereo di Alitalia diretto a Catania sarebbe “interruzione di pubblico servizio”, ma se bloccasse un aereo di Ryanair diretto a Catania no. Peraltro Ryanair paga sempre tutto entro i tempi stabiliti.