Ryanair e BGY binomio indissolubile?

In occasione della inaugurazione del nuovo hangar manutentivo di Ryanair al Bergamo Orio al Serio l’amico belumosi ha fatto una interessante disanima sul rapporto della compagnia aerea con l’aeroporto BGY

Dopo la liberalizzazione del mercato UE, c’erano stati alcuni anni transizione e non era facile capire come si sarebbe evoluto il mercato.
Le LC erano agli albori e in quel periodo erano tendenzialmente più radicali di quanto non siano ora (con la parziale eccezione di U2) e l’unico drive della gestione, era il contenimento dei costi per poter offrire biglietti a tariffe inusualmente basse. Uno dei cardini di quella politica era l’utilizzo di aeroporti periferici, meno onerosi di quelli principali e con gestori più flessibili nei confronti di questo tipo di vettori.
Ed arriviamo così al nostro appuntamento con la storia. Da una parte c’era uno scalo, BGY, che in teoria era del tutto superfluo, essendo LIN e MXP più che sufficienti per gestire il traffico loro assegnato.

Era quindi necessario un percorso che ne garantisse la sopravvivenza a lungo termine. La scelta di puntare sul LC era praticamente obbligata e la piccola ma rampante FR sarebbe potuta essere un buon partner. Lo scalo orobico dal canto suo poteva offrire l’accesso ad una vasta aerea molto popolata, forte di un’economia ampia e diversificata. E vista la struttura societaria ridotta all’osso, poteva offrirlo ai prezzi contenuti richiesti da FR.
Un po’ come infilare la chiave nella serratura e sentire che gli ingranaggi si incastrano perfettamente. Da allora, BGY e FR sono cresciuti in simbiosi, plasmandosi reciprocamente nel modo più produttivo possibile. Certo, man mano che i numeri di FR esplodevano, era sempre più la compagnia ad avere maggior potere nei confronti dello scalo, ma a Bergamo sono strati bravissimi a legare quanto più possibile FR al territorio, anche attraverso gli investimenti per la manutenzione e l’addestramento. Ed hanno avuto il merito di crescere evitando gigantismi e manie di grandezza, contenendo a loro volta i costi.
In questo quadro così positivo, spiccano per mancanza di lungimiranza le scelte di SEA, che probabilmente 25 anni fa avrebbe potuto rilevare il 51% mancante di BGY (il restante 49% era già suo), con una pasta e un cappuccio o poco più.
Evidentemente l’idea che attorno ad una pista che distava da Milano quanto MXP, qualcuno un giorno potesse sviluppare uno scalo in concorrenza con i suoi, per SEA era un concetto troppo arduo da capire. Non hanno capito la lezione nemmeno qualche anno fa quando ci fu il tentativo di fusione, con il comune di Milano che pretendeva potere assoluto nel nuovo gestore unificato. Vedremo se quando BGY inizierà a prendersi anche un po’ di traffico LR (insieme ad altri 20-25M di pax), se si renderanno conto dell’errore.
Però così il sindaco di Milano può continuare a mettere in SEA chi vuole, ed utilizzare gli utili per le case popolari.
Anche in questo caso, la situazione è il risultato della storia, ma con un finale molto più modesto di quello che sarebbe potuto essere.