Svelati i retroscena delle dimissioni di Cassano?

direttamente dal “forum utente spanna”:

dagospia dice la sua sul licenziamento di cassano

Esclusivo il retroscena della cacciata di Cassano da Alitalia, L’ex AD ha pagato l’attacco contro Fiumicino e la minaccia di trasferire AZ a Milano. I Benetton e Palenzona hanno armato Montezemolo contro il manager difeso da Hogan. Allora luchino è passato dallo sceicco di Abu Dhabi
Adesso Montezemolo, ringalluzzito dalla battaglia vinta, vorrebbe scegliersi il prossimo amministratore delegato. Ma anche su questo è derby con James Hogan di Etihad e allora intanto si è deciso che la scrematura dei candidati sarà affidata a Egon Zender…

Chi tocca Fiumicino muore. E’ questa la lezione del caso Cassano, l’amministratore delegato di Alitalia che la scorsa settimana è saltato dalla poltrona come un tappo di spumante.

Altro che problemi legati ai conti aziendali (quelli non sono buoni, ma si sapeva). Il manager che in passato ha diretto anche il Gruppo Benetton ha iniziato a scavarsi la fossa con le proprie mani il 29 luglio, quando ha attaccato duramente lo scalo romano, che è un po’ la casa di Alitalia.

“Senza un serio piano di investimenti per il rilancio di Fiumicino, Alitalia lascerà lo scalo romano. Se Fiumicino continuerà a puntare su compagnie low cost e servizi mediocri, Alitalia sarà costretta a spostare la sua crescita altrove”, si leggeva in una nota emessa un po’ a sorpresa dalla compagnia.

Aeroporti di Roma è dei Benetton, che Cassano appunto conosce bene, e ha come presidente un “big fish” come Fabrizio Palenzona, l’ultima persona al mondo da minacciare. Palenzona, scuola democristiana, non ha ovviamente risposto a Cassano, ma ha immediatamente affrontato il problema con il suo presidente Luca Cordero di Montezemolo, con il quale condivide anche la vicepresidenza in Unicredit. E oltre a respingere le accuse di Cassano si è lamentato dell’attacco a freddo. Bellicapelli ha consigliato all’amico di fare subito una contro-nota e in effetti così è andata. Nel giro di due ore Adr ha smentito le accuse di Alitalia sugli investimenti e sui propri debiti con una replica molto puntuta. Ma non è finita lì. Proprio no.

Montezuma ha convocato Cassano e gli ha fatto una lavata di capo: “In questo modo ci rendi la vita difficile”. Ma lo ha trovato poco “ricettivo”, per così dire, e allora è andato a lamentarsi dell’episodio con James Hogan, il gran capo di Etihad che (udite, udite, rivelazione di Dagospia) non era affatto favorevole all’ingresso della compagnia emiratina in Alitalia. Solo che Hogan, avvelenato di suo con la gestione dello scalo romano, ha preso le parti di Cassano.

In un’azienda normale la faccenda sarebbe finita qua, ma quando si ha a che fare con un maniaco del gioco di sponda come Montezemolo non si può mai sapere. E allora ecco che Luchino si è rivolto a Khaldoon Al Mubarak, noto per essere il presidente del Manchester City, ma soprattutto fidato braccio destro dello sceicco Mansour Bin Zayed Al Nahyan. Con lui si è lamentato di Cassano, a questo punto inchiodato anche sulla gestione, e ha aggirato e messo con le spalle al muro Hogan, che non ha più potuto difendere il suo manager. E nel giro di poche settimane l’ad è stato accompagnato alla porta “consensualmente”.

Adesso si tratta di trovare il successore e naturalmente, visti i caratterini in campo, tanto Montezemolo quanto Hogan vorrebbero fare da soli. Alla fine il compito almeno di scremare i candidati sarà affidato ai cacciatori di teste di Egon Zender. Lo scontro, insomma, è solo rimandato. Intanto l’ex rugbista australiano ha capito che la partita Alitalia è più impegnativa del previsto e d’ora in poi andrà almeno due volte al mese a Roma per controllare la baracca. E marcare sua eminenza il presidente.
da dagospia

Commento dell’utente spanna.

Mi fa specie che montezemolo possa essersi rivolto agli emiri scavalcando hogan e che gli emiri abbiano sconfessato hogan a favore di montezemolo. Mi fa molto specie. Hogan e’ l’uomo che – dietro loro incarico – gestisce l’intero gruppo etihad che comprende anche alitalia, mentre montezemolo e’ solo il presidente di alitalia. Aver sconfessato l’operato di hogan significherebbe mettere praticamente hogan alla porta. Ma mettere hogan alla porta significherebbe anche sconfessare tutta la strategia di crescita mediante acquisizione, compresa l’acquisizione di alitalia stessa. Se hogan fosse cacciato, e’ assai probabile che il prossimo manager al suo posto smetterebbe di buttare soldi in air berlin, alitalia, ecc…Quindi per alitalia non so quanto sia auspicabile.Tra l’altro questa ricostruzione cozza parecchio con un’altra affermazione di dagospia, quella sottolineata. Se hogan non voleva alitalia, significa che puo’ andare dagli emiri a dire: cari miei, io ve l’avevo detto che era meglio stare fuori, la colpa di questo cattivo investimento non e’ mia. Per il resto invece mi pare che la ricostruzione fili liscia. Notare bene che dagospia parla apertamente di minaccia di trasferire Alitalia a Milano.

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