da La Prealpina del 25/11/2015
Tanti treni per Malpensa in attesa degli aerei
Tanti treni per Malpensa in attesa degli aerei Nei giorni in cui Malpensa Duemila fu avviata (era la fine di ottobre del 1998) il viatico furono feroci polemiche sulla mancanza di collegamenti con Milano e con il vasto territorio di riferimento. “E nata una cattedrale nel deserto” si disse e si scrisse in più e più occasioni. In effetti, l’unica via d’ingresso era rappresentata dalla superstrada 336, riqualificata in occasione dei campionati mondiali di caldo del 1990 e, nella circostanza, ritenuta insufficiente a sopportare l’andirivieni dei passeggeri aeroportuali. Tra l’altro, di uno scalo nato come hub, dunque di importanza internazionale e, all’epoca, in chiara concorrenza con gli aeroporti di Roma, Zurigo e finanche di Parigi e Francoforte. Le cose sono poi andate come tutti sanno: mentre Malpensa, a causa di mille circostanze indotte da una miope e interessata politica romanocentrica, per colpa del de-hubbing di Alitalia, perdeva consistenti quote di traffico aereo aumentavano i collegamenti, sia stradali sia ferroviari. Alla superstrada si sommò la cosiddetta Boffalora, che oggi ha sbocco sulla Milano-Torino in prossimità di Magenta, arteria che aiuta ad alleggerire l’Autolaghi dall’assalto quotidiano di vetture. Arrivò la ferrovia, con il
raddoppio della linea delle Nord dal capoluogo alla brughiera; il Malpensa Express cominciò le sue numerose corse; entrò in funzione l’interscambio di Castellanza/Busto Arsizio, fece la sua comparsa al T1 il Freccia Rossa e, quindi, l’alta velocità, per la quale si stanno studiando nuove soluzioni. Insomma, una quantità importante di linee stradati e ferroviarie, di raccordi e opportunità che tolsero d’impaccio Malpensa. Tra qualche mese sarà concluso il collegamento tra i due terminal, poco meno di quattro chilometri che consentiranno di realizzare una stazione al T2 e, da lì, di raggiungere, con un’altra linea ferroviaria, Gallarate, la direttrice del Sempione e il mai finito collegamento tra Arcisate e Stabio e, infine, la Svizzera. Un quadro importante, che giustamente riempie d’orgoglio Roberto Maroni, governatore lombardo, in visita lunedì al cantiere del tratto T1-T2. Con lui c’era una schiera di addetti ai lavori, politici, amministratori, tecnici, entusiasti dei tempi di realizzazione della nuova linea e dei progetti futuri. Tutti felici e contenti. Basti un dato: soltanto sui quattro chilometri di binari in fase di realizzazione sono previsti qualcosa come 250 treni al giorno. Esaltante. Ma lo sarebbe ancora di più se a Malpensa tornassero anche gli aerei.
Vincenzo Coronetti