L’inverno di Linate e Malpensa, Sea:“Offerta in aumento del 15% sul 2022”

Articolo di di Alberto Caspani da TTG Italia

Sono passati 25 anni dall’apertura di “Malpensa 2000” Qui l’editoriale su tale ricorrenza.

Incremento di capacità aerea e apertura di nuove destinazioni per la stagione invernale Sea. Con un +2.6% di passeggeri attratti in estate rispetto al 2019 e un recupero di ben tre punti percentuali nello share del traffico internazionale, gli aeroporti milanesi potranno contare da fine ottobre su una disponibilità di 18,3 milioni di sedili (39% dell’offerta d’annata), corrispondenti a un +15,5% rispetto all’inverno 2022.

“Il 69% del traffico ruoterà su Malpensa – ha spiegato Andrea Tucci, direttore Aviation business development di Sea (nella foto) – e complessivamente gli scali milanesi serviranno 147 destinazioni (11 in più sulla winter 22) con 340 frequenze giornaliere (+44) e 75 vettori attivi (+2). Il rafforzamento interessa soprattutto il lungo raggio e l’Asia, dove vengono introdotte le destinazioni di Amritsar, Phuket, Shanghai, Shenzen, Wenzhou, Zhengzhou e Tashket, ma fra le aggiunte spiccano anche Giza, Aqaba e Atlanta, polo aereo strategico per le connessioni negli Usa”.

Commento di malpensante dal n ostro FORUM

In pratica Brunini ha detto che soltanto il 16% dei passeggeri non avrebbe potuto volare con un volo diretto. Non ha detto quale percentuale di passeggeri non ha volato con un volo diretto, una cosa che peraltro succede dappertutto, per risparmiare o per mancanza di volo diretto nelle ore e nei giorni desiderati o perché non si vuole volare con la linea aerea che fa il volo diretto. Un sacco di gente rifiuta di volare con le low cost e io stesso difficilmente farei un altro viaggio di cinque ore nel posto corridoio di easyJet. A Milano il motivo c’è pure il motivo di volare da Linate, pur se c’è il volo diretto da Malpensa.

Qualcuno magari deve partire esclusivamente dall’aeroporto del cuore. Le mie orecchie hanno sentito Giorgio Gori, sindaco di Bergamo, dire che finalmente i bergamaschi potevano andare a Dubai, il giorno del primo volo di flyDubai, come se qualcuno prima avesse loro vietato di partire da Malpensa con Emirates. Insomma i motivi sono tanti.

Io ho volato un sacco di volte facendo scalo, per risparmiare e/o per permettermi la business class al posto di un’economy del volo diretto.

Detto questo il numero 84% è una media che comprende anche chi va a Parigi e dubito che l’1% di chi va a Parigi faccia scalo. Sarebbe più importante sapere che percentuale di passeggeri va ancora a New York facendo scalo e, in generale, che percentuale di passeggeri va verso destinazioni intercontinentali facendo scalo, quanti ci vanno facendo scalo anche quando è disponibile un volo diretto nelle ore desiderate eccetera eccetera.

Quell’ottantaquattro per cento è buono, ma è un po’ come la media del pollo di Trilussa.