Fuga da Malpensa?…. Nostro contributo di analisi

Da alcuni giorni il quotidiano di Varese “la Prealpina” porta in primo piano le problematiche occupazionali che coinvolgono il personale di terra presso l’aeroporto di Malpensa.

L’Associazione Aeroporti Lombardi attraverso l’intervento del Presidente Alessandro Quaglia, intende dare il proprio contributo all’analisi del problema con il comunicato inviato alla Prealpina e qui pubblicato come editoriale.

e QUI i precedenti articoli de “La Prealpina” sull’argomento scaricabili in PDF

Il dibattito sulla situazione lavorativa a Malpensa e sulla fuga di personale dallo scalo continua a suscitare interesse. A voler aggiungere delle considerazioni in merito c’è anche il nostro presidente dell’Associazione Aeroporti Lombardi, Alessandro Quaglia: «È opportuno fare alcune analisi e distinzioni. Lo scalo è un insieme di centinaia di società e partite iva diverse tra loro: esiste Sea, il gestore aeroportuale, e poi una serie di società di handling, servizi ai passeggeri, sicurezza, pulizia, manutenzioni immobili, manutenzione aerei, rifornimenti carburante, autonoleggi, negozi, bar e ristoranti. È doveroso ricordarlo perché nelle parole dell’ex sindaco di Busto Arsizio Gigi Farioli questo particolare pare essere sfuggito così come la regola voluta dalla Unione Europea di separare le società di gestione aeroportuale da quelle che effettuano i servizi di handling. È bene ricordare, inoltre, l’apertura di una infrazione contro la vecchia Sea Handling per gli aiuti ricevuti da Sea nella copertura dei bilanci in rosso. Tale infrazione, andata avanti per qualche anno di tira e molla, ha di fatto obbligato Sea a cedere la propria rete di handling per salvaguardare i posti di lavoro. Infatti, in caso di sanzione la società avrebbe chiuso con oltre 2.000 lavoratori lasciati a casa». E visto che Malpensa è un sistema complesso composto da tanti attori, Quaglia ricorda che «da una parte ci sono società, come Sea e non solo, che hanno ancora un grande appeal e forniscono retribuzione e servizi welfare di tutto rispetto. Ma ci sono anche cooperative o società di handling che pagano poco lavori molto faticosi e di conseguenza oltre ad avere difficoltà ad assumere giovani addetti hanno il grosso problema di perdere persone con decennale esperienza nel settore». Un esempio virtuoso riportato dal presidente dell’associazione riguarda una delle principali società di handling di Malpensa: nei mesi scorsi ha cercato stagionali per il periodo estivo, a fronte di 20 posti disponibili a mala pena ha trovato una decina di persone interessate a fare i corsi di formazione per l’assunzione e a fine lezioni ne sono rimasti due o tre. «Lo stipendio per un giovane neoassunto con contratto da sei ore al giorno per cinque giorni su turni è di circa 900-1.000 euro netti», racconta Quaglia. «Se si fanno più notti del dovuto e qualche straordinario di può sfiorare 1.100-1.200 euro al mese, i riposi sono a scalare, ogni sei settimane si può avere sabato e domenica liberi. Ma il lavoro in piazzale sotto gli aerei è fisicamente molto duro, giorno e notte, 40 °C al sole d’estate o al ghiaccio di inverno. Poi ci sono altre società che pagano meno e chiedono di più, magari senza offrire il posto auto e con ticket restaurant buoni per fare giusto una colazione». Insomma, se da una parte la fuga di personale giovane e qualificato perché sottopagato c’è, dall’altra ci sono società aeroportuali che attirano profili di livello. «Questo vale a Malpensa così come nei principali aeroporti italiani. E in quelli europei spesso la situazione è persino peggiore», aggiunge Quaglia sottolineando anche che «sotto il profilo dell’occupazione Malpensa ha un trend di crescita nonostante alcuni servizi siano ormai eseguiti dai passeggeri in via autonoma, basti pensare ai check-in. Ma credo che alcune società dovrebbero aumentare gli stipendi se vogliono trovare personale possibilmente qualificato altrimenti potrà solo peggiorare tutto».


Intervista pubblicata su La Prealpina del 24 Agosto 2023