Verso l'epilogo?

Utilizzando il linguaggio comune possiamo dire che ancora una volta Alitalia è “alla canna del gas.”
Contrariamente alle ennesime situazioni simili predecidenti ci sono però sostanziali differenze.
Trattasi di azienda completamente ed assolutamente privata con il 49% in mano araba.
L’atteggiamento delle istituzioni nei confronti della compagnia sono finalmente realistiche senza nessun cenno di condiscendenza, Finalmente.
I media, tutti i media, come e più delle istituzioni, manifestano senza tregua irritazione ed insofferenza per i tentativi dell’azienda di atteggiarsi ancora una volta al quel “piangi e fotti” diventato insopportabile.
In attesa dell’ennesimo piano del quale non si conosce né la ricetta né l’avanzamento di cottura, e tantomeno chi potrà essere lo chef che avrà il coraggio o meglio l’incoscienza di assumerne la paternità, riportiamo alcuni dei più significativi ultimi interventi dal forum.

Utente spanna sab 14 gen 2017, 11:51:07
dal FORUM
Anche oggi vedo moltissimi articoli sui giornali dedicati ad alitalia, ormai e’ diventato un argomento caldo. Nonostante tutte queste attenzioni da parte di giornalisti, esperti, commentatori ecc… non sono ancora riuscito a vedere un’analisi seria del perche’ alitalia ancora perda 1 milione al giorno e passa. Molti di questi commentatori che adesso ci spiegano per filo e per segno come fa alitalia a perdere ancora solo un paio di anni fa vedeva con ottimismo il piano industriale lanciato con EY, ed era sicuro che si fosse intrapresa la strada giusta, che avrebbe portato l’utile. La realta’ invece e’ che alitalia col piano di EY si e’ allontanata dalla strada giusta, come dimostrano le perdite. Da costoro non vedo una parola di critica verso se stessi, vedo solo il ripetersi degli stessi errrori precedenti. Continua ad imperversare il mantra dello sviluppo del LR, stavolta declinato in salsa americana. Peccato che FCO sia nella posizione peggiore d’europa per fare voli verso il nordamerica, ma questo pensiero ai commentatori nostri non si affaccia al cervello. Staremo a vedere cosa succede, ma il polverone e’ enorme e difficilmente potra’ uscire una soluzione valida.

Utente grandemilano sab 14 gen 2017, 11:51:07
dal FORUM
Alitalia è di fatto fallita. Manca solo l’ufficcializzazione al tribunale fallimentare. I soci hanno messo un po’ di soldi nella speranza di andare avanti qualche mese ma ufficiosamente alitalia ormai è fallita e il rilancio del piano etiad non c’è stato. Ball ha presentato un piano industriale (così dice lui) di 150 pagine a cui non ci crede più nessuno (probabilmente perché si tratta della stessa copia delle precedenti : hub a Fiumicino e monopolio a linate con l’aggiunta della liberalizzazione dei voli di linate). Pure il governo ha rispedito al mittente il piano. L’ultima carta che può giocare alitalia è la chiusura ( o drastico ridimensionamento) di linate per poter concentrare tutto su malpensa. Magari ormai è troppo tardi e non è detto che funzioni. Ma è l’ultima possibilità che rimane ad Alitalia

Utente malpensante sab 14 gen 2017, 11:51:07
dal FORUM
Il piano industriale è già scritto e si cerca un “consulente indipendente” che se ne assuma la paternità.
Nomi famosi si tirano indietro per non sputtanarsi, ma prima o poi troveranno un San Giuseppe da Nazareth.
Alitalia perde perché è la stessa di decenni fa, in un modo completamente cambiato.

Quando leggete che il leasing degli aerei costa il 15% più dei canoni di mercato, ricordate chi ha comprato gli aerei, da chi sono stati noleggiati eccetera eccetera. Quando pensate agli Embraer 170 sostituiti dagli analoghi 175, ricordatevi di Andreotti, “a pensar male si fa peccato, ma ci si azzecca”.

La fine di Alitalia è stata scritta nel 2014, da Air France, che ha deciso di tirarsi indietro, dopo più di dieci anni di corteggiamento. In Europa ci sono le low cost, soprattutto grandi, ma anche le Blue Air e i vettori tradizionali indipendenti sono di nicchia come Finnair e TAP o sono tutti sotto il controllo dei tre grandi gruppi. Niente di grande come Alitalia resta indipendente e Alitalia è zitella perché Air France alla fine non l’ha voluta, perché è racchia e, come diceva Prato, per lei ci vuole l’esorcista.

All’epoca ci si consolò con gli Arabi, ma moglie e buoi dei Paesi tuoi e l’impossibilità di cedere il 100% ha creato una governance insensata, in un’unione che non dava sinergie. La discesa del costo del petrolio, che ha costretto gli Arabi a essere più parsimoniosi, ha fatto il resto.

Adesso nessun giornale scrive quello che è ovvio, che Etihad ha definitivamente messo la retromarcia dall’Europa. Hogan che voleva distruggere Lufthansa in Germania è un ricordo patetico e se Etihad è uscita dalla Germania, non resterà certo in Europa soltanto per Roma. A mio modesto parere i soldi del nuovo aumento di capitale, lo stesso piano industriale servono solo per tirare a campare, nell’attesa di un acquirente, cioè Lufthansa o di nuovo Air France. Tertium non datur, perché in BA non sono scemi e sulla testa hanno Qatar che non va certo a togliere le castagne dal fuoco a quelli di Abu Dhabi.
La domanda è se e a quali condizioni Alitalia potrebbe interessare a Lufthansa o Air France.

I Tedeschi sono alla ricerca di massa critica per Eurowings, ma la posizione di Alitalia vs.Ryanair e easyJet in Italia è compromessa, si salva forse solo Linate. Air France aspetta, seduta lungo il fiume, che passi il cadavere. Soprattutto nessuno ha voglia di avere a che fare con i Montezemolo, i Colaninno, i sindacati, i politici che piangono per i voli da MXP e REG per FCO.

La soluzione ragionevole sta a metà fra lo spezzatino, il ridimensionamento feroce e il grounding.
Il lungo raggio di AZ a cinque stelle ed alti costi, senza traffico business originante da Roma e senza cargo non può andare. A Roma ci vuole il lungo raggio low cost, ma per avere costi bassi non si può non passare dal grounding. Il feed a FCO è problematico, l’attività a Linate non ha senso logico, andrebbe scorporata come ramo d’azienda a parte e venduta al miglior offerente.
Vedremo ora quali porcherie salteranno invece fuori dall’establishment governo-sindacati-banche-padroni (innanzitutto Benetton).